mercoledì 8 maggio 2019

Forchette, borse e riciclo creativo per la festa della mamma

Tutti gli anni non ricordo mai di fare gli auguri a mia madre in quella domenica di maggio in cui molti negozi si riempiono di fiori, possibilmente rosa. La festa della mamma rimane per me, parente più prossima del Grinch, una festa incomprensibile. Anche se non sono mamma, da figlia più che cresciuta riconosco quotidianamente che senza mia madre non sarei la metà della persona che sono oggi. Credo che ci sia un legame fortissimo che lega madri e figlie, forse incomprensibile ai figli maschi. Dico forse perchè raramente sul mio cammino ho incontrato ragazzi prima, uomini poi legati profondamente alla madre. Non parlo di accudimento, quello è solo uno degli aspetti del legame, non è il principale. Parlo di comunanza, di sentire che quella con cui ci raffrontiamo ci capisce, come solo lei sa fare, che ci sarà, sempre e comunque, che è già stata sui sentieri che noi percorriamo, sa cosa proviamo, anche quando, per non farla stare in pensiero, non le diciamo molte cose...lei sa. Non capisco perchè dedicare un solo giorno alla festa della mamma, però capisco il voler dare importanza a questo giorno, un giorno che vale per cento. Mi piacciono soprattutto due delle iniziative di cui vi parlerò in questo articolo perchè mettono al centro non la madre, ma il rapporto che lega madre e figli.
Partiamo dal laboratorio organizzato dal Museo Diocesano in Contrada Mondovì al termine del quale i partecipanti torneranno a casa con una borsa di tela di colori vivaci ed applicazioni. Il costo del laboratorio è 10 €, indipendentemente dal numero dei figli partecipanti. Domenica 12 maggio, dalle 16,00  alle 17,30 sarà possibile confezionare l'oggetto a ricordo della giornata. Maggiori informazioni e prenotazioni sul sito del Museo. Sabato 11 maggio sempre un Museo, questa volta quello di San Francesco, propone un laboratorio dal titolo accattivante "Le posate della mamma. Festeggiala al museo". I bambini di età compresa tra i 5 e i 10 anni realizzeranno due posate "parlanti" in gesso a grandezza naturale che verranno poi decorate e colorate. Il laboratorio si terrà dalle 15,30 ed è un pretesto per illustrare ai giovani partecipanti la collezione di posate e stoviglie conservate all'interno del Museo. Il costo è di 5 € a partecipante. Anche qui vi invito a visitare la pagina dell'ente perchè è necessario prenotare entro venerdì 10 maggio,
Anche per l'ultimo laboratorio che segnalo è necessaria la prenotazione entro il 9 maggio (motivo per cui farò uscire questo articolo due giorni prima!).
Se non conoscete Simona approfitterei del workshop in programma sabato 11. A fish on a cloud, di cui vi avevo parlato in questo articolo,  sarà ospitata dall'Erboristeria Artigianale Officinalis in via fratelli Vaschetto 7 a Cuneo e proporrà un'attività molto particolare che ha attirato la mia attenzione, soprattutto perchè il laboratorio è pensato per mamma e figlia. Verranno riutilizzati i ritagli di tessuto avanzati dalla confezione degli abiti cuciti nel laboratorio a Caraglio e con quelli si realizzeranno bijoux ed accessori per capelli. Il laboratorio è stato pensato per permettere  a tutte le bimbe dai dai 6 ai 12 anni di partecipare. Il costo comprensivo di materiali, è di 20 € a coppia. Rimando alla pagina FB per ulteriori informazioni. Chi mi presta una bimba?



Crediti sulle immagini. 
L'immagine dei bijoux prodotti da Simona arriva da qui.
L'immagine della borsa, assolutamente indicativa, arriva da qui
L'immagine, anche questa indicativa, delle posate arriva da qui.

lunedì 6 maggio 2019

Cuneo a misura di bambino

A novembre 2018, all'interno della ventesima edizione di Scrittori in città è stata presentata la guida "Cuneo a misura di bambino". Ci ho messo un po' di mesi a fare la recensione perchè ho aspettato venisse comprata dalla biblioteca in cui lavoro e prima di scriverne volevo provarla sul campo. L'impianto della guida pubblicata da +eventi non è dissimile dalla sorella maggiore. Gli itinerari proposti questa volta non solo sei ma tre e all'introduzione è dedicata solo una pagina in cui vengono presentati i quattro personaggi che accompagneranno il bambino nella sua visita: Carolina, Michele e i loro animali Castagna e Carletto. La scelta dei nomi degli accompagnatori virtuali non è casuale ma un espediente simpatico ed accattivante per presentare al bambino quattro personaggi storici. 
Dopo questa pagina ci tuffiamo nel primo itinerario alla scoperta del centro storico della città. Una mappa stilizzata a inizio capitolo aiuta il piccolo visitatore a determinare il punto di inizio della visita. Il linguaggio che accompagna la descrizione dei monumenti e dei luoghi di interesse è semplice e lineare e la lettura di avvenimenti storici non è per nulla noiosa anche perchè alle date viene dedicata una linea del tempo sganciata dal contesto narrativo. Per questo il racconto scorre come una favola da leggere ad alta voce. Mano a mano che si prosegue lungo l'itinerario tematico i disegni accompagnano il bambino e lo aiutano a scoprire monumenti, curiosità, aneddoti, stili architettonici. Non mancano i giochi o i riquadri da completare che rendono questa guida un bellissimo regalo per bambini dai 6 ai 13 anni. L'impianto della guida mi ha ricordato tantissimo i backpacks di cui vengono dotati i piccoli visitatori del British Museum a Londra. Se il primo capitolo della guida è dedicato al centro storico di Cuneo, il secondo itinerario è speculare al secondo capitolo della guida pubblicata nel 2015. Seguiamo le vicende della Cuneo moderna, dall'Ottocento in poi. Ma prima di immergerci nell'itinerario vero e proprio si respira l'orgoglio di una città che ha ottenuto la Medaglia d'Oro al Valor Militar per la sua attività nella lotta partigiana e per il sacrificio delle sue popolazioni. Con parole semplici e bellissime illustrazioni si spiega al bambino il secolo breve, raccontando dei Savoia, della monarchia, riassumendo in poche righe i fervori dell'epoca risorgimentale, tratteggiando la figura di Duccio Galimberti e la lotta per la libertà. Questo itinerario attraversa Piazza Torino e ci porta. attraverso il complesso monumentale di Santa Croce, in piazza del Seminario, in Piazza Galimberti e poi prosegue alla volta di via Nizza sino a Viale degli Angeli. In realtà gli itinerari che si dipanano nel secondo capitolo sono tre, con punti di partenza e destinazioni diverse ma la grafica accattivante e l'uso sapiente dei colori aiuta il lettore a comprenderne la logica.
L'ultimo itinerario è dedicato allo splendido Parco Fluviale e alle frazioni.
MA CON GRAN PENA LE RETI CALA GIU'.
Alzi la mano chi di noi non ricorda lo stratagemma usato a scuola per ricordare il nome delle Alpi partendo da occidente! Il giovane lettore di quest a guida forse lo vedrà per la prima volta ma non lo dimenticherà più. E dopo la breve lezione di geografia ci si immerge nella descrizione del Parco con i suoi percorsi tematici, la sua casa del fiume, il bosco della Crocetta e i suoi canali. Dopo aver lasciato la bicicletta si consiglia di proseguire la visita nelle frazioni: E mentre proseguiamo nella lettura scopriamo che a villa Tornaforte aleggia il fantasma di una fanciulla che, affacciata l ponte del lago, canta melodie malinconiche.
Una breve appendice "a misura" di bambino chiude questa guida che personalmente consiglio non solo ai bambini ma anche agli adulti che odiano leggere.

Crediti sulle immagini.
Le immagini 

lunedì 29 aprile 2019

Fiorfiore Café

Di nuovo non sono riuscita a rispettare i miei buoni propositi. E' un periodo della mia vita in cui le giornate sembrano essere davvero troppo brevi, non riesco a trovare il tempo per concentrarmi su più cose e il blog è rimasto in un angolo, come un pensiero non piacevole o il peluche che amo tanto ma non trovo da tantissimo tempo.
Non posso far passare un altro mese senza scrivere neppure poche righe quindi oggi, dopo la spesa settimanale alla Coop e l'ennesimo pranzo nel nuovo Fiorfiore cafè ho deciso di parlarvene.
Inaugurato il 7 marzo di quest'anno, ha preso il posto del Ke pizza e del vicino bar offrendo ai clienti del punto vendita un servizio aggiuntivo. Trovo comodo conciliare spesa e pranzo veloce, tanto più quando i prodotti sono di buona qualità e con un prezzo ragionevole. All'interno del ristorante si trovano primi, secondi, insalate, macedonie e dolci e il problema delle lunghe attese è stato risolto introducendo il cerca-persone disk. Per chi non conoscesse l'apparecchiatura, oltre ad aggiungere una fotografia all'interno dell'articolo, dirò che il "disco cerca-persone" altro non è che un disco che viene consegnato al cliente al momento dell'ordinazione di un piatto che richiede di essere cucinato. Il cliente, con il suo disco, potrà intanto accomodarsi al tavolo con eventuali pietanze che non richiedono preparazione e con le bevande, le posate e il vassoio. Il disco vibrerà e si illuminerà non appena il piatto sarà pronto. A questo punto sarà possibile ritirare il piatto caldo e cucinato al momento senza rimanere in piedi o cercare di captare il proprio nome in mezzo alla confusione come accade in alcuni fastfood. 
Personalmente non consiglio l'insalata grande perchè è veramente un piatto enorme che si farà fatica a terminare. Se si ha fretta un'insalata piccola, seguita da una macedonia sarà più che sufficiente. Molto buone le crespelle con la ricotta che sono cucinate al momento e costano 4,90 €. Onestissimo ed abbondante il piatto di pasta al pomodoro (€ 3,50) e anche il pesce al forno con verdure grigliate (€ 6,20). Non ho ancora provato la frittura mista del venerdì e neppure l'hamburger che, visto passare, sembrava appettitoso. Non si paga il coperto MA e i contenitori dei piatti già pronti sono purtroppo di plastica. Devo ammettere che le stoviglie scelte per conservare il cibo sono l'unica nota di demerito del locale, almeno secondo il mio punto di vista. Coop da anni cerca di limitare i rifiuti, è stato uno dei primi punti della grande distribuzione ad inserire i detersivi sfusi e nel ristorante si producono davvero tanti (troppi) rifiuti di plastica. L'insalata è confezionata in contenitori interamente in plastica, stessa cosa le monoporzioni delle macedonie. Non dubito che tutta la plastica verrà riciclata ma avrei visto meglio l'utilizzo di ciotole e piatti biodegradabili.
Il Fiorfiore café è aperto dal lunedì al sabato dalle 8 alle 21 e la domenica dalle 8.30 alle 20.

Crediti sulle immagini.
Le immagini dell'hamburger e dell'insegna arrivano da qui; quella del cerca-persone da qui


domenica 10 febbraio 2019

Veneziano Acconciature (quasi) come Michele Rinaldi

Lo so in partenza. Un titolo del genere acchiapperà pochissime visualizzazioni ma gli appassionati di cosmetica bio e colorazioni naturali capiranno benissimo le allusioni. Per chi di voi sta leggendo e non capisce la citazione posso dire che Michele Rinaldi è il proprietario di un salone in provincia di Milano che ha deciso di utilizzare per le sue clienti soltanto ingredienti di origine naturale. Non nascondo di avere il desiderio di regalarmi una giornata presso la Spa per capelli di Senago, anche perchè il prezzo è decisamente accettabile. Se non conoscete la filosofia di Michele Rinaldi e le motivazioni che lo hanno spinto all'utilizzo delle erbe per curare e colorare i capelli vi invito a leggere questa intervista e a visitare il sito che ho linkato sopra.
Ma qui non si parla di lui e neppure di Milano ma della Granda e di Cuneo che inaspettatamente nasconde una maga delle colorazioni vegetali: Gabriella Veneziano. A differenza del collega milanese il negozio di Cuneo offre la colorazione vegetale come opzione e non come unica scelta ed utilizza Botanea, colorazione vegetale professionale creata dall'Oreal. Quando ho chiamato da Veneziano per prendere appuntamento per taglio e colore avevo letto qualche recensione non specifica sulla colorazione e non avevo idea dei prodotti che avrebbero utilizzato. Non sono una novizia delle tinture vegetali. Faccio l'henné da tantissimi anni, da molto prima che diventasse una moda. Trent'anni fa lo compravo probabilmente ricco di picramato dall'erborista della mia città, poi ho conosciuto Barbara Righini, è nato l'ecobio anche in Italia ed ho cominciato a controllare la composizione di quello che acquistavo. Non avendo mai sentito parlare di Botanea fino a quel momento, ho controllato a posteriori la composizione e la sostenibilità del prodotto, dicendomi che comunque mi ero regalata un paio di ore per me. Ho scoperto che le piante di henné utilizzate dall'Oreal vengono raccolte in India ed hanno come fine ultimo quello di sostenere la situazione socio-economica degli agricoltori con le cooperative locali, ma allo stesso tempo di migliorare e condividere buone pratiche agricole con l’obiettivo di creare fonti sostenibili di reddito. In linea con una filosofia di basso impatto ambientale, anche il packaging è eco-sostenibile. Le polveri Botanea sono presentate in giare ricaricabili e fatte di plastica PET, che fanno bella mostra di sé anche nel locale di Cuneo.
Quando ho varcato la porta del salone che si trova in centro a Cuneo, al primo piano di Via Roma 42, proprio davanti a Bonfante, il mio primo pensiero è stato "qui mi spennano". Mi ha accolta alla porta Gabriella che dopo aver appeso la mia giacca mi ha fatta accomodare in un appartamento signorile, molto raffinato e dal sapore storico, arredato con  molto gusto e sobrietà. Dopo pochi minuti tra le mani stringevo una tazza di tisana profumatissima mentre la proprietaria chiacchierando con me cercava di capire cosa desiderassi per i miei capelli. Ho apprezzato il garbo, la gentilezza, la professionalità, l'ambiente rilassato, lo staff molto preparato, gentile e disponibile, la velocità di esecuzione, la mancanza di tempi morti e ovviamente il risultato finale. Rispetto all'henné al quale sono abituati i miei capelli questo di Botanea ha un odore molto meno erbaceo. La miscela viene preparata mescolando le polveri alloggiate in una piccola libreria del salone. Dopo aver addizionato della semplice  acqua calda comincia la stesura del prodotto. Mancando il doppio procedimento (lawsonia+indigo) la ricrescita, soprattutto nella mia zona critica non è risultata coperta al 100%. Infatti è stato fatto poi un piccolo ritocco solo sulle tempie. I capelli però erano lucidi, luminosi e rinati e, anche se io ero entrata con l'idea di tagliare completamente i capelli, che avevo lunghissimi, sono contenta di aver seguito il consiglio di Gabriella a mantenere le lunghezze sui lati del viso perchè sono uscita con un taglio che mi donava davvero molto. Il prezzo è leggermente più alto della media a cui sono abituata a spendere dal parrucchiere, che comunque mi vede mediamente tre volte all'anno, ma ha inciso molto la colorazione di Botanea che, da sola, è costata 43 €. Il salone riceve solo su appuntamento dal lunedì al sabato con orari davvero ottimi per chi lavora. Anche senza approfittare della colorazione vegetale vi direi di sfruttare la loro professionalità perchè il taglio, fatto ad ottobre, non solo mi ha regalato un aspetto decisamente più curato nel primo mese ma sta durando nel tempo. Inoltre non so come abbia fatto Gabriella ma ha colto perfettamente la mia personalità riuscendo a rappresentarmi molto bene, a dare ai miei capelli il "carattere" che volevo per loro. 

Crediti sulle immagini. 
Le immagini sono tratte dalla pagina FB di Veneziano Acconciature


domenica 3 febbraio 2019

Key e bee: ramen e sushi a Cuneo

Non lo si nota subito il piccolo giapponese da asporto ospitato in via Cavour a Cuneo. Io ci sono arrivata grazie a Google Maps che, vista la mia predilezione per i ristoranti etnici, mi aveva segnalato il locale. All'esterno non trovate insegne luminose o cartelli ma un noren, la tenda che viene usata in Giappone per indicare la presenza di un ristorante o di un negozio. Varcata la soglia ci troviamo davanti il bancone dietro al quale vengono preparati molti dei nostri piatti. Sulla destra due piccoli tavolini e lungo i lati liberi del locale due mensole con sgabelli che riescono a regalare altri posti a sedere. Vista la disposizione degli arredi e i posti a sedere che, se ho contato bene, sono dodici, appare evidente che il locale sia idealmente più vicino ad un chiosco che ad un all you can eat.  Se avete visto Le ricette della  signora Toku, il bellissimo film di Naomi Kawase, riproverete le medesime sensazioni attraversando la soglia del Key&Bee.
I ragazzi oltre il bancone sono sorridenti e cordiali, lo spazio raccolto agevola gli scambi di opinioni tra commensali. Durante la mia prima sosta, il posto al bancone accanto al mio era occupato da un ragazzino appena uscito da scuola. Lo accompagnava la madre che associava ogni piatto a spiegazioni accurate. Il ragazzo non riusciva a nascondere il suo entusiasmo durante il pranzo e ad ogni boccone gli elogi e le esclamazioni di approvazione per il cibo risuonavano nel locale. Ho saputo in questo modo, grazie a questa condivisione entusiastica,  che la salsa di soia non è acquistata ma prodotta direttamente. Mi è piaciuta questa atmosfera domestica di condivisione e tranquillità, lontana dalla voglia di ingurgitare il più possibile per ammortizzare l'aver pagato poco ma consumato molto. Da K&B il cibo si assapora lentamente perchè è buono, perchè ci avviciniamo a sapori che credevamo di conoscere ma risultano amplificati ed impreziositi dall'uso di materie prima di qualità e da piatti presentati con estro e fantasia.
La pagina Facebook non è aggiornata, è molto scarna e ci sono poche fotografie di piatti. Questi ragazzi lavorano duro, non credo abbiano troppo tempo per occuparsi anche dei social che sarebbero anche da rivalutare per l'impatto che hanno nel direzionare le nostre scelte. Quindi, ribadisco come rafforzativo non cercateli su Facebook ma piuttosto su Instagram sul quale pubblicano anche eventuali variazioni di orario. Andate al n. 5B di Via Cavour, entrate e se trovate posto assaggiate qualcosa subito, se non c'è posto fatevi fare una box, portatela a casa e mangiatela...vi innamorerete perdutamente.
Se adorate il ramen qui ne troverete di eccellente ed anche se è fortissima la tentazione di inserire nell'articolo una scansione del menù, non avendolo trovato sulle loro pagine pubbliche credo non sia corretto inserirlo in un blog. Preferisco dirvi che merita un assaggio, che il costo è contenuto (9 €), che potete anche assaporare il ramen vegetariano ma se non avete problemi di intolleranze alimentari o siete onnivori non avrete che l'imbarazzo della scelta e troverete tantissime guarnizioni: pancetta, costine caramellate, gamberi e salmone alla piastra, pollo in panko. Accanto al ramen il K&B offre una vastissima scelta di sashimi, nigiri, hosomaki, futomaki, temaki, uramaki.
Personalmente mi sono innamorata della tartare Key & bee:  in una cupola di riso vengono incorporati salmone, avocado, pomodorini tagliati a cubetti molto piccoli, il tutto condito con olio d'oliva, sesamo e arachidi sbriciolate. Vista e gusto vengono saziati quasi simultaneamente perchè la presentazione dei piatti è precisa, accurata ma al contempo minimalista. Vorrei potervi raccontare di aver assaggiato mezzo menù così da poter consigliare il piatto migliore ma non è così perchè sto privilegiando la qualità a scapito della quantità e credo passeranno parecchi mesi prima di poter aggiornare la recensione o magari scriverne una nuova con la top ten dei piatti.
Per due volte abbiamo utilizzato il servizio da asporto e funziona egregiamente. L'unico consiglio che posso darvi in merito è quello di prenotare l'asporto con un po' di anticipo, sicuramente almeno un paio di ore prima. Soprattutto nel fine settimana le ordinazioni sono molte e può accadere che non riescano ad evadere quelle dell'ultimo minuto. Sul menù esistono anche dieci piatti che vengono fatti solo se prenotati il giorno prima. Li elenco per stimolare la curiosità, ammettendo di non averli ancora provati. Sono tutti elencati tra gli uramaki speciali: crab roll, vitello tonnato, salmon bagna cauda, ebi tempura mojito, salmon mojito, capesanta roll, ebi anguilla, rainbow roll ( e questa prima o poi la voglio provare perchè contiene pistacchi, salmone e avocado), tempura bagna cauda, uramaki tartare salmone. Alcuni sono palesi rielaborazioni adattate a gusti piemontesi, non potrebbe essere diversamente vista la presenza di bagna cauda. Apprezzabile il desiderio di fondere i gusti e sperimentare.
Lo so che volete sapere quando si spende da K&B.  In due spendiamo mediamente intorno ai 28-30€ mangiando 1 ramen, 1 tempura, 1 tartare e 1 sushi, generalmente uramaki da sei e bevendo acqua e te. Le box sushi da asporto piccole da dieci (10) pezzi costano dai 7 agli 8 €. Quelle medie da  ventidue (22) pezzi costano dai 15 ai 18 €. Interessante la box party da sessanta (60) pezzi che può essere una bella alternativa alla solita pizzata tra amici.
Da K&B si può pagare anche con Satispay che se non utilizzate vi consiglio si scaricare perchè, come vi spiegavo in questo breve articolo, facilita moltissimo i pagamenti.
Il giorno di riposo è il mercoledì, anche se hanno appena pubblicato sulla loro pagina Instagram una modifica per il mese di febbraio. Negli altri giorni il locale è aperto a pranzo dalle 12.30 alle 14.30 e a cena dalle 18.30 alle 22.30. In realtà credo siano già all'interno del locale molto prima perchè l'asporto lo avevamo prenotato alle 18.00. Se decidete di provarlo rimanendo lì a mangiare dovete assolutamente telefonare  prima (0171501764) perchè, come vi dicevo, i posti a sedere sono pochi.
Se lo provate mi scrivete se vi è piaciuto?


lunedì 28 gennaio 2019

Pillole di Granda #1. I giornali e la "policentricità"

Inauguro la nuova rubrica "Pillole di Granda" con una di quelle cose che ho percepito come particolarità quando sono arrivata in Piemonte. Quando ancora ondivagavo tra Piemonte e Liguria nei fine settimana e frequentavo quasi sempre solo Cuneo e Caraglio, ricordo benissimo il puro stupore nell'aver constato che una piccola realtà come quella di Caraglio possiede una testata giornalistica che si occupa di cronaca locale. Caraglio non è certo una grande metropoli, non credo arrivi ai 7000 abitanti, nel mio cervello l'ho sempre paragonata ad una frazione collinare del Comune ligure in cui sono nata e cresciuta per buona parte della mia vita. Passare quindi davanti all'edicola del paesello piemontese e nei porta locandine esterni notare, accanto ai nomi di quotidiani nazionali, anche quello di giornali che non conoscevo e non avrei mai immaginato esistessero mi ha meravigliata tantissimo e continua a farlo. Leggendo quella che è diventata la mia "bibbia di questioni della Granda", di cui ho parlato estesamente in questo post, ho trovato un'espressione che credo esprima perfettamente lo spirito di questa immensa provincia: "policentricità della Granda". In Provincia di Genova, nonostante l'estensione della provincia adesso soppressa istituzionalmente, il centro e l'anima è sempre stata Genova, la Superba repubblica, in cui si è frequentata l'Università, in cui la mia generazione ha visto per anni spettacoli itineranti meravigliosi nei Forti che la circondano, a cui ci si sente di appartenere in qualche modo. Forse perchè storicamente la Repubblica aveva esteso i suoi domini anche nelle zone del Levante, che ora continuano ad orbitare nella immensa e mastodontica Città Metropolitana, ma chi vive in provincia di Genova sente di appartenere sì alla sua città e al suo territorio ma anche e soprattutto si sente genovese.
Nella Granda invece il radicamento con la propria città è viscerale, profondo, ineluttabile. Spesso, anche se i km di distanza dal capoluogo di provincia sono davvero pochi, ci si sente prima di tutto caragliesi, buschesi, saluzzesi, saviglianesi, fossanesi (etc etc) e poi forse neanche cuneesi, o comunque non profondamente cuneesi perchè Cuneo non mi pare venga percepita con familiarità, quella familiarità che deriva da un dialetto comune, da una storia e da tradizioni che legano. Nei piccoli (e grandi) paesi della Granda, Cuneo non è il capoluogo di provincia è la città, una città quasi distante e lontana. In quest'ottica forse dovrebbe apparire meno strana la presenza sul territorio di così tanti giornali, a cadenza settimanale, che si occupano di storia e cronaca locale molto spesso da tantissimi anni. La maggior parte sono stati fondati nell'Ottocento e attraverso i loro archivi è possibile ricostruire storia e vicende di comunità locali. Quando, per motivi di lavoro, sono incappata nel portale de I Giornali del Piemonte ho capito che è piemontese e non cuneese questa tendenza a possedere così tante testate. Talvolta la stessa città, soprattutto se di medie dimensioni, ne possiede più d'una. Il settimanale, che sceglie la veste tipografica del quotidiano, riporta i fatti salienti della settimana, gli appuntamenti futuri, spesso le cene di leva, l'elenco dei nati, dei morti, dei laureati. Uno spazio viene dedicato anche alle lettere per dar voce ai cittadini:  il mugugno nobilitato ed accolto in una rubrica. Leggo la stampa locale? Sovente per cercare di vivere al meglio le città in cui vivo e lavoro anche se alcune volte mi prendo una pausa, per mantenere le distanze da un modo di raccontare il locale che trovo spesso poco obiettivo e distaccato.
Ora sono curiosa...questa tipicità è solo piemontese o anche in altre regioni la stampa locale è cosi prolifica? Sono piccoli dettagli, quelli a cui non si fa caso perchè abituati a vivere in un contesto che si reputa l'unico e il solo possibile quando invece è sufficiente voltare l'angolo di casa per constatare quanto sia variegato il mondo che ci circonda e non serve neanche andare troppo lontano.

sabato 19 gennaio 2019

Solo una parola

Mancano sette giorni al 27 gennaio, Giornata della Memoria dedicata al ricordo della Shoah (sterminio del popolo ebraico), delle leggi razziali, della persecuzione italiana dei cittadini ebrei, degli italiani che subirono deportazione, prigionia, morte, nonché al ricordo di coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si opposero al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita salvarono altre vite e diedero protezione ai perseguitati.
Il Comune di Cuneo, come era già accaduto lo scorso anno, dà la possibilità di partecipare gratuitamente allo spettacolo "Solo una parola", progetto di Matteo Corradini basato sull'omonimo romanzo pubblicato da Rizzoli ed in vendita da nemmeno una settimana. Chi segue il blog sa che del mio incontro letterario con Corradini ho già parlato. Ho sempre grandi aspettative che lo riguardano e solo raramente sono state deluse.  Lo spettacolo dello scorso anno, La Shoah delle ragazze, era  stato commovente e toccante. Storie quotidiane e normali che si trasformano improvvisamente in tragedia perchè qualcuno decide così, di punto in bianco, perchè è successo e succede ogni singolo giorno. Gli incontri con Corradini  non sono mai banali e scontati, come a volte lo sono le domande che il pubblico gli rivolge. La "grande" domanda che sento ripetere spesso è "come stato possibile che sia successo" e lo stupore traspare nella mimica e nell'inflessione di chi pronuncia LA domanda, quella domanda che aleggia nella sala in un momento storico in cui le situazioni aberranti ci circondano, quotidianamente. Chi vuole e sa cogliere comprende che il passato non è così lontano e sia negli scritti che negli spettacoli di Corradini compare spesso questa dicotomia tra il prima e il dopo che assale il lettore (o lo spettatore) come un pugno in faccia perchè il prima, quel prima fatto di casa, sicurezza, cibo caldo, affetto e cura viene improvvisamente a mancare e non si ha più nulla, non si è più nulla. Per quello le storie raccontate nei libri e negli spettacoli di Matteo Corradini necessariamente spingono a riflettere sul senso non solo del passato ma del qui e dell'adesso. Lo scorso anno mi colpì lo spettacolo ma anche il suo ideatore e voce narrante perchè lo vidi, prima dello spettacolo, parlare con i ragazzi, interessarsi a loro non con la piaggeria che appartiene a molti adulti, ma con genuino interesse ed attenzione, perchè in massima parte, come già scrivevo, il lavoro che Corradini fa sulla memoria è anche e soprattutto per i ragazzi.
Non posso dire nulla sul libro che ha ispirato lo spettacolo perchè sto scrivendo questo breve articolo a 3 giorni dalla sua uscita in libreria, vi invito quindi a visitare il link che rimanda allo spettacolo che trovate a inizio articolo e a seguire la pagina ufficiale di Corradini. Anche se non siete di Cuneo i suoi spettacoli sono itineranti e potete vederli, spesso gratuitamente, anche altrove.