lunedì 28 gennaio 2019

Pillole di Granda #1. I giornali e la "policentricità"

Inauguro la nuova rubrica "Pillole di Granda" con una di quelle cose che ho percepito come particolarità quando sono arrivata in Piemonte. Quando ancora ondivagavo tra Piemonte e Liguria nei fine settimana e frequentavo quasi sempre solo Cuneo e Caraglio, ricordo benissimo il puro stupore nell'aver constato che una piccola realtà come quella di Caraglio possiede una testata giornalistica che si occupa di cronaca locale. Caraglio non è certo una grande metropoli, non credo arrivi ai 7000 abitanti, nel mio cervello l'ho sempre paragonata ad una frazione collinare del Comune ligure in cui sono nata e cresciuta per buona parte della mia vita. Passare quindi davanti all'edicola del paesello piemontese e nei porta locandine esterni notare, accanto ai nomi di quotidiani nazionali, anche quello di giornali che non conoscevo e non avrei mai immaginato esistessero mi ha meravigliata tantissimo e continua a farlo. Leggendo quella che è diventata la mia "bibbia di questioni della Granda", di cui ho parlato estesamente in questo post, ho trovato un'espressione che credo esprima perfettamente lo spirito di questa immensa provincia: "policentricità della Granda". In Provincia di Genova, nonostante l'estensione della provincia adesso soppressa istituzionalmente, il centro e l'anima è sempre stata Genova, la Superba repubblica, in cui si è frequentata l'Università, in cui la mia generazione ha visto per anni spettacoli itineranti meravigliosi nei Forti che la circondano, a cui ci si sente di appartenere in qualche modo. Forse perchè storicamente la Repubblica aveva esteso i suoi domini anche nelle zone del Levante, che ora continuano ad orbitare nella immensa e mastodontica Città Metropolitana, ma chi vive in provincia di Genova sente di appartenere sì alla sua città e al suo territorio ma anche e soprattutto si sente genovese.
Nella Granda invece il radicamento con la propria città è viscerale, profondo, ineluttabile. Spesso, anche se i km di distanza dal capoluogo di provincia sono davvero pochi, ci si sente prima di tutto caragliesi, buschesi, saluzzesi, saviglianesi, fossanesi (etc etc) e poi forse neanche cuneesi, o comunque non profondamente cuneesi perchè Cuneo non mi pare venga percepita con familiarità, quella familiarità che deriva da un dialetto comune, da una storia e da tradizioni che legano. Nei piccoli (e grandi) paesi della Granda, Cuneo non è il capoluogo di provincia è la città, una città quasi distante e lontana. In quest'ottica forse dovrebbe apparire meno strana la presenza sul territorio di così tanti giornali, a cadenza settimanale, che si occupano di storia e cronaca locale molto spesso da tantissimi anni. La maggior parte sono stati fondati nell'Ottocento e attraverso i loro archivi è possibile ricostruire storia e vicende di comunità locali. Quando, per motivi di lavoro, sono incappata nel portale de I Giornali del Piemonte ho capito che è piemontese e non cuneese questa tendenza a possedere così tante testate. Talvolta la stessa città, soprattutto se di medie dimensioni, ne possiede più d'una. Il settimanale, che sceglie la veste tipografica del quotidiano, riporta i fatti salienti della settimana, gli appuntamenti futuri, spesso le cene di leva, l'elenco dei nati, dei morti, dei laureati. Uno spazio viene dedicato anche alle lettere per dar voce ai cittadini:  il mugugno nobilitato ed accolto in una rubrica. Leggo la stampa locale? Sovente per cercare di vivere al meglio le città in cui vivo e lavoro anche se alcune volte mi prendo una pausa, per mantenere le distanze da un modo di raccontare il locale che trovo spesso poco obiettivo e distaccato.
Ora sono curiosa...questa tipicità è solo piemontese o anche in altre regioni la stampa locale è cosi prolifica? Sono piccoli dettagli, quelli a cui non si fa caso perchè abituati a vivere in un contesto che si reputa l'unico e il solo possibile quando invece è sufficiente voltare l'angolo di casa per constatare quanto sia variegato il mondo che ci circonda e non serve neanche andare troppo lontano.

sabato 19 gennaio 2019

Solo una parola

Mancano sette giorni al 27 gennaio, Giornata della Memoria dedicata al ricordo della Shoah (sterminio del popolo ebraico), delle leggi razziali, della persecuzione italiana dei cittadini ebrei, degli italiani che subirono deportazione, prigionia, morte, nonché al ricordo di coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si opposero al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita salvarono altre vite e diedero protezione ai perseguitati.
Il Comune di Cuneo, come era già accaduto lo scorso anno, dà la possibilità di partecipare gratuitamente allo spettacolo "Solo una parola", progetto di Matteo Corradini basato sull'omonimo romanzo pubblicato da Rizzoli ed in vendita da nemmeno una settimana. Chi segue il blog sa che del mio incontro letterario con Corradini ho già parlato. Ho sempre grandi aspettative che lo riguardano e solo raramente sono state deluse.  Lo spettacolo dello scorso anno, La Shoah delle ragazze, era  stato commovente e toccante. Storie quotidiane e normali che si trasformano improvvisamente in tragedia perchè qualcuno decide così, di punto in bianco, perchè è successo e succede ogni singolo giorno. Gli incontri con Corradini  non sono mai banali e scontati, come a volte lo sono le domande che il pubblico gli rivolge. La "grande" domanda che sento ripetere spesso è "come stato possibile che sia successo" e lo stupore traspare nella mimica e nell'inflessione di chi pronuncia LA domanda, quella domanda che aleggia nella sala in un momento storico in cui le situazioni aberranti ci circondano, quotidianamente. Chi vuole e sa cogliere comprende che il passato non è così lontano e sia negli scritti che negli spettacoli di Corradini compare spesso questa dicotomia tra il prima e il dopo che assale il lettore (o lo spettatore) come un pugno in faccia perchè il prima, quel prima fatto di casa, sicurezza, cibo caldo, affetto e cura viene improvvisamente a mancare e non si ha più nulla, non si è più nulla. Per quello le storie raccontate nei libri e negli spettacoli di Matteo Corradini necessariamente spingono a riflettere sul senso non solo del passato ma del qui e dell'adesso. Lo scorso anno mi colpì lo spettacolo ma anche il suo ideatore e voce narrante perchè lo vidi, prima dello spettacolo, parlare con i ragazzi, interessarsi a loro non con la piaggeria che appartiene a molti adulti, ma con genuino interesse ed attenzione, perchè in massima parte, come già scrivevo, il lavoro che Corradini fa sulla memoria è anche e soprattutto per i ragazzi.
Non posso dire nulla sul libro che ha ispirato lo spettacolo perchè sto scrivendo questo breve articolo a 3 giorni dalla sua uscita in libreria, vi invito quindi a visitare il link che rimanda allo spettacolo che trovate a inizio articolo e a seguire la pagina ufficiale di Corradini. Anche se non siete di Cuneo i suoi spettacoli sono itineranti e potete vederli, spesso gratuitamente, anche altrove.

sabato 12 gennaio 2019

Buoni propositi

Quasi due mesi trascorsi dal post in cui promettevo il mio ritorno, inizio l'anno con un articolo pressoché inutile: la lista dei buoni propositi. Alcuni riguardano la mia persona e quindi non elencabili qui, altri il blog e di questi vi parlo nelle righe seguenti.
Il primo buon proposito riguarda la calendarizzazione dei post. Per un certo periodo ero riuscita ad essere costante e a programmare circa un post a settimana. Non credo, anche essendo ottimista, di riuscire a mantenere costantemente un ritmo del genere quindi introdurrò una nuova rubrica, ispirata liberamente a Italiani nel mondo del Ruggito del coniglio che chiamerò Pillole di Granda in cui, in poche righe, parlerò di quello che, da ligure, ancora mi sembra strano dopo quasi 3 anni di presenza continuativa in questa provincia. Alternerò quindi le recensioni di luoghi o la segnalazione di appuntamenti a queste pillole che saranno dei brevi spot, spesso ironici (spero) che mi piacerebbe accompagnare con una striscia. La striscia non dipende da me ma da un'amica che mi aveva promesso anche il banner e spero che, tirandola pubblicamente in ballo, si senta un minimo coinvolta e riesca a partorire qualcosa. Accanto a Cuneo mi piacerebbe ampliare lo sguardo anche sulla vicina Torino e su realtà che conosco bene perchè frequento spesso. Lo so che il blog si intitola Io amo Cuneo ma con il lavoro full-time è diventato complicato riuscire a scrivere articoli obiettivi e veritieri su luoghi che magari ho frequentato solo una volta. Pensavo quindi di allargare lo sguardo e proporvi recensioni di locali non distanti da Cuneo o se distanti meritevoli, però mi piacerebbe sapere cosa ne pensate...
Altra idea riguarda Instagram, che è il social (davvero ho usato questa parola???) che frequento più assiduamente e con maggiore attenzione. Non so però se l'idea possa essere vincente perchè, insomma, ci sono migliaia di fotografi eccezionali della Granda ed io fotograferei in massima parte cibo o locali. Devo ancora verificare un paio di cose ma, anche qui, mi piacerebbe avere un riscontro da parte vostra.
Basta...ve lo dicevo che il post sarebbe stato inutile.
Buon inizio a tutti e bentornati i "ragazzi e ragazze" di +eventi che ci hanno regalato un bellissimo libro, del quale presto farò la recensione.