mercoledì 4 gennaio 2017

Busca e i suoi percorsi collinari


Inauguro l'anno con un post dedicato ai percorsi collinari che il Comune di Busca ha presentato alla cittadinanza nel mese di ottobre dello scorso anno, il 2016. Ricordo di aver pensato fosse una bella iniziativa, di esserne stata incuriosita ma poi, in pieno trasloco, di non aver avuto la possibilità di partecipare all'uscita ufficiale.
Ho così deciso, dopo essermi innamorata del materiale publicitario dei percorsi visibile sul sito, di incamminarmi in solitaria. Non facendo alcun affidamento sul mio senso dell'orientamento, ho seguito passo passo le istruzioni sulla pagina che presenta i percorsi e ho scaricato sia l'app. che il percorso. All'inizio avevo deciso, visionando semplicemente la cartina, di eseguire un anello completo: avevo intenzione di stare fuori almeno un'ora e mezza e avevo l'illusione di potercela fare.
Ammetto che, partendo da Porta Santa Maria, all'inizio ho seguito a vista una signora, sola come me, che camminava velocemente: non so perchè ero più che convinta mi avrebbe portata sui percorsi. In un secondo momento, persa di vista la mia guida, mi hanno tratta in inganno le segnalazioni dei percorsi cicloturistici ma poi sono arrivata a Case Braida dove, nel centro della piazza, fa bella mostra di sè il cartello che segnala tutti i percorsi collinari, cartello che avevo già intravisto nella piazza Fratelli Braida.
Da Case Braida, diciamo che ho proceduto un po' a caso, direzionandomi verso la collina alla mia sinistra. Mi aspettavo, oltre che la bella cartellonistica complessiva, anche dei segnavia ai bivi che mi evitassero di ritrovarmi nei campi coltivati. Il percorso che ho scelto attraversa, per la prima parte la periferia di Busca, passando su una strada carrabile poco frequentata. Forse perchè non conosco bene il paese, se non avessi scaricato il percorso col gps per me non sarebbe stato così immediato scegliere la giusta direzione perchè, mano a mano che ci si allontana dal centro, accanto alle bellissime ville, corrono campi coltivati e, sprovvisti di segnaletica che indichi il percorso e fidandosi solo della memoria, basta poco per ritrovarsi al centro di un campo.
E infatti, dopo essermi incamminata verso la direzione sbagliata ed aver realizzato che mi stavo dirigendo verso un campo, ho deciso di utilizzare il cellulare. Il percorso è indicato in nero e, direzionandovi correttamente, riuscite a recuperare la strada con facilità...forse io avrei dovuto farlo prima di perdermi.
Dopo circa 20 minuti di camminata (e smarrimenti) arrivo nei pressi di Villa Ferrero: comincia a comparire la segnaletica CAI e un bel cartello avvisa gli eventuali automobilisti che è possibile trovare dei camminatori sulla strada.
Villa Ferrero è circondata da uno splendido parco e mi faccio la promessa di tornarci in primavera perchè avevo letto che ospita un Giardino sensoriale e, non ricordandomi esattamente la fonte della notizia, mi chiedo se il giardino esista ancora o se i troppi tagli subiti dagli enti locali hanno costretto a chiudere e sacrificare qualcosa anche qui.
Finalmente compare più spesso la cartellonistica a cui ogni camminatore italiano è abituato, anche il camminatore ligure che saltella su sentieri affacciati sul mar ligure, salendo scaloni spesso più lunghi delle sue gambe. Finalmente comincia quella che per me è una camminata: i colori e i rumori del bosco, la città lontanissima, quasi immersa nella nebbia, con la percezione strana che siano passate ore e non minuti da quando ho visto l'ultima casa, da quando ho sentito l'ultimo cane abbaiare. Mi accorgo che, a voler proseguire l'anello come mi ero ripromessa, il tempo non è sufficiente. Con rammarico, taro la mia passeggiata con il tempo che ho ancora a disposizione. Sono partita troppo sicura di me, abituata alle mie passeggiate ligure che, di fronte a casa, salgono sul Monte Castello e in un'ora mi portano in cima, alle torri di avvistamento saracene che scrutano il mare da secoli. Qui non ci sono scaloni da salire, ma sentieri pieni di foglie gialle che scricchiolano sotto i piedi e percorsi che non durano un'ora...devo ancora abituarmi ma trovo che questo esperimento sia riuscito.
Probabilmente la prossima volta arriverò sino alla Villa con la bicicletta, voglio immergermi subito nel bosco, voglio provare con calma tutti i percorsi, magari in primavera quando le giornate di allungano e, forse, comincerò a sentire meno freddo.
Il tempo è tiranno. Se voglio rientrare per pranzo devo scendere per lo stesso percorso, non posso percorrere l'anello completo, perchè non riesco, dal gps, a quantificarne la durata. Non ricordo se sulle cartine dei percorsi collinari, che voglio procurarmi appena possibile, sia indicata la durata complessiva degli anelli. Torno indietro ma quando intravedo Villa Ferrero, anzichè scendere dalla stessa strada, percorro la carrabile e non taglio all'inerno del bosco come ho fatto salendo. Vedo così il bellissimo presepio, vedo la Villa più da vicino: all'esterno c'è parcheggiato un pullmino bianco della cooperativa sociale che credo abbia sede qui. Quante cose da scoprire e conoscere, sempre nuove, sempre diverse...devo solo riuscire ad abituarmi a questo freddo!


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