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domenica 3 febbraio 2019

Key e bee: ramen e sushi a Cuneo

Non lo si nota subito il piccolo giapponese da asporto ospitato in via Cavour a Cuneo. Io ci sono arrivata grazie a Google Maps che, vista la mia predilezione per i ristoranti etnici, mi aveva segnalato il locale. All'esterno non trovate insegne luminose o cartelli ma un noren, la tenda che viene usata in Giappone per indicare la presenza di un ristorante o di un negozio. Varcata la soglia ci troviamo davanti il bancone dietro al quale vengono preparati molti dei nostri piatti. Sulla destra due piccoli tavolini e lungo i lati liberi del locale due mensole con sgabelli che riescono a regalare altri posti a sedere. Vista la disposizione degli arredi e i posti a sedere che, se ho contato bene, sono dodici, appare evidente che il locale sia idealmente più vicino ad un chiosco che ad un all you can eat.  Se avete visto Le ricette della  signora Toku, il bellissimo film di Naomi Kawase, riproverete le medesime sensazioni attraversando la soglia del Key&Bee.
I ragazzi oltre il bancone sono sorridenti e cordiali, lo spazio raccolto agevola gli scambi di opinioni tra commensali. Durante la mia prima sosta, il posto al bancone accanto al mio era occupato da un ragazzino appena uscito da scuola. Lo accompagnava la madre che associava ogni piatto a spiegazioni accurate. Il ragazzo non riusciva a nascondere il suo entusiasmo durante il pranzo e ad ogni boccone gli elogi e le esclamazioni di approvazione per il cibo risuonavano nel locale. Ho saputo in questo modo, grazie a questa condivisione entusiastica,  che la salsa di soia non è acquistata ma prodotta direttamente. Mi è piaciuta questa atmosfera domestica di condivisione e tranquillità, lontana dalla voglia di ingurgitare il più possibile per ammortizzare l'aver pagato poco ma consumato molto. Da K&B il cibo si assapora lentamente perchè è buono, perchè ci avviciniamo a sapori che credevamo di conoscere ma risultano amplificati ed impreziositi dall'uso di materie prima di qualità e da piatti presentati con estro e fantasia.
La pagina Facebook non è aggiornata, è molto scarna e ci sono poche fotografie di piatti. Questi ragazzi lavorano duro, non credo abbiano troppo tempo per occuparsi anche dei social che sarebbero anche da rivalutare per l'impatto che hanno nel direzionare le nostre scelte. Quindi, ribadisco come rafforzativo non cercateli su Facebook ma piuttosto su Instagram sul quale pubblicano anche eventuali variazioni di orario. Andate al n. 5B di Via Cavour, entrate e se trovate posto assaggiate qualcosa subito, se non c'è posto fatevi fare una box, portatela a casa e mangiatela...vi innamorerete perdutamente.
Se adorate il ramen qui ne troverete di eccellente ed anche se è fortissima la tentazione di inserire nell'articolo una scansione del menù, non avendolo trovato sulle loro pagine pubbliche credo non sia corretto inserirlo in un blog. Preferisco dirvi che merita un assaggio, che il costo è contenuto (9 €), che potete anche assaporare il ramen vegetariano ma se non avete problemi di intolleranze alimentari o siete onnivori non avrete che l'imbarazzo della scelta e troverete tantissime guarnizioni: pancetta, costine caramellate, gamberi e salmone alla piastra, pollo in panko. Accanto al ramen il K&B offre una vastissima scelta di sashimi, nigiri, hosomaki, futomaki, temaki, uramaki.
Personalmente mi sono innamorata della tartare Key & bee:  in una cupola di riso vengono incorporati salmone, avocado, pomodorini tagliati a cubetti molto piccoli, il tutto condito con olio d'oliva, sesamo e arachidi sbriciolate. Vista e gusto vengono saziati quasi simultaneamente perchè la presentazione dei piatti è precisa, accurata ma al contempo minimalista. Vorrei potervi raccontare di aver assaggiato mezzo menù così da poter consigliare il piatto migliore ma non è così perchè sto privilegiando la qualità a scapito della quantità e credo passeranno parecchi mesi prima di poter aggiornare la recensione o magari scriverne una nuova con la top ten dei piatti.
Per due volte abbiamo utilizzato il servizio da asporto e funziona egregiamente. L'unico consiglio che posso darvi in merito è quello di prenotare l'asporto con un po' di anticipo, sicuramente almeno un paio di ore prima. Soprattutto nel fine settimana le ordinazioni sono molte e può accadere che non riescano ad evadere quelle dell'ultimo minuto. Sul menù esistono anche dieci piatti che vengono fatti solo se prenotati il giorno prima. Li elenco per stimolare la curiosità, ammettendo di non averli ancora provati. Sono tutti elencati tra gli uramaki speciali: crab roll, vitello tonnato, salmon bagna cauda, ebi tempura mojito, salmon mojito, capesanta roll, ebi anguilla, rainbow roll ( e questa prima o poi la voglio provare perchè contiene pistacchi, salmone e avocado), tempura bagna cauda, uramaki tartare salmone. Alcuni sono palesi rielaborazioni adattate a gusti piemontesi, non potrebbe essere diversamente vista la presenza di bagna cauda. Apprezzabile il desiderio di fondere i gusti e sperimentare.
Lo so che volete sapere quando si spende da K&B.  In due spendiamo mediamente intorno ai 28-30€ mangiando 1 ramen, 1 tempura, 1 tartare e 1 sushi, generalmente uramaki da sei e bevendo acqua e te. Le box sushi da asporto piccole da dieci (10) pezzi costano dai 7 agli 8 €. Quelle medie da  ventidue (22) pezzi costano dai 15 ai 18 €. Interessante la box party da sessanta (60) pezzi che può essere una bella alternativa alla solita pizzata tra amici.
Da K&B si può pagare anche con Satispay che se non utilizzate vi consiglio si scaricare perchè, come vi spiegavo in questo breve articolo, facilita moltissimo i pagamenti.
Il giorno di riposo è il mercoledì, anche se hanno appena pubblicato sulla loro pagina Instagram una modifica per il mese di febbraio. Negli altri giorni il locale è aperto a pranzo dalle 12.30 alle 14.30 e a cena dalle 18.30 alle 22.30. In realtà credo siano già all'interno del locale molto prima perchè l'asporto lo avevamo prenotato alle 18.00. Se decidete di provarlo rimanendo lì a mangiare dovete assolutamente telefonare  prima (0171501764) perchè, come vi dicevo, i posti a sedere sono pochi.
Se lo provate mi scrivete se vi è piaciuto?


martedì 2 maggio 2017

Camminate enogastronomiche nella Granda

Il 1° maggio Buscammina ha inaugurato un mese che sarà ricco di passeggiate nel cuneese che si coniugano con il cibo. La formula credo sia vincente ed anche in Liguria ha sempre riscosso molto successo: generalmente si parte dal centro storico della città e si attraversano luoghi caratteristici; nei punti tappa si offre del cibo ai camminatori (o ciclisti), il che giustifica il prezzo del biglietto per partecipare all’evento.
Domenica 7 abbiamo la possibilità di scegliere se spostarci nella Val Maira o nella pianura saviglianese. A Dronero si terrà la settima edizione di Mangiando e pedalando, un percorso in bicicletta attraverso le frazioni con tre partenze, scaglionate di un’ora dalle 10 in poi. L’appuntamento è per le 9.30 a Borgo Sottano per la colazione. Il tragitto toccherà Tetti, Monastero, Pratavecchia, Ricogno per poi tornare in Piazza Santa Brigida. Le iscrizioni devono essere effettuate entro martedì 2 maggio presso presso Cicli Rovera Dronero, telefono 0171918326. Il costo per gli adulti è di i € 18,00, per i bambini sotto i 14 anni di € 10,00. 
Se non siete dei ciclisti o preferite camminare, a Marene vi aspetta la terza edizione di Stragustando, articolata in ben sette tappe. “Una camminata, attraverso il Parco di Palazzo Galvagno dove è situata la prima tappa e le cascine Dho, Bosco, Nuova, Pessina, l’Apicoltura Mana e il Centro Sportivo Don Avataneo, per degustare, in ogni tappa, i prodotti locali e per valorizzare un’attenta selezione di carni di alta qualità della razza bianca piemontese”. Stragustando è riuscito a concepire un percorso che non esclude i celiaci: in ogni tappa ci sarà un piatto adeguato alle esigenze di chi soffre di celiachia. Rimando al bellissimo sito per ulteriori informazioni e per visionare la mappa del percorso. Qui le partenze avverranno dalle 10 alle 13.30 da Piazza Carignano, a Marene. Non è necessaria pre-iscrizione ma sul sito trovate i punti di prevendita dei biglietti. Il costo per gli adulti è di 20 €, per i bambini sino a 13 anni di 5 €. 
La domenica successiva, il 14 maggio, possiamo spostarci nelle Langhe per la Camminata dell’Arte, ennesima camminata con tappe gastronomiche tra i murales della frazione Vergne. Le iscrizioni possono essere fatte entro mercoledì 10 telefonando allo 3392416305. Il costo va dai 10 € per i bambini al 20 € per gli adulti e comprende un percorso in sei tappe dove si potranno gustare molte prelibatezze. 
Domenica 21 maggio Bene Vagienna organizza un percorso di 10 km con 5 punti di ristoro. Nel momento in cui sto redigendo l’articolo, sul sito del Comune di Bene non è possibile reperire maggiori informazioni. Gli unici riferimenti sono tratti dall’imperdibile +eventi, nel quale figura un numero telefonico di riferimento (0172654152). 
Chiudiamo in bellezza un mese di maggio dedicato alle camminate mangerecce con ben tre appuntamenti: a Pianfei, a Santa Vittoria d’Alba e ad Elva. Mangiandando, a Pianfei, è ormai giunta alla decima edizione e anche quest’anno propone una camminata nei boschi con partenze scaglionate dalle 8.00 del mattino. Il percorso è lungo 13 km e lungo la tratta sono previste pause mangerecce. Il costo è allineato con quello delle iniziative simili (20€/gratuità per i minori di 10 anni). Obbligatoria l’iscrizione entro giovedì 25 maggio presso Il Calamaro allegro, via Villanova: Il Bottegone, Piazza V. Emanuele, L’Ostu ‘D Pianfei, Piazza Caduti 3. Cellulare da contattare: 3668719215.Se ci spostiamo nel Roero, a Santa Vittoria d’Alba, si svolgerà Saliscendi, giunto ormai alla 27° edizione. Più alto della media il costo del percorso (26 € per gli adulti, 13 € per i ragazzi), prevede la partenza alle ore 11,00 da piazza Bertero in Santa Vittoria d'Alba. Termina la carrellata delle passeggiate enogastronomiche di maggio, la Passeggiata mangereccia ad Elva, che prevede una camminata lungo i sentieri intorno al piccolo paese, con soste per spuntini lungo il percorso. Partenza alle ore 9.30 presso la locanda San Pancrazio in borgata Serre. Informazioni allo: 3409846508.

domenica 2 aprile 2017

In&Out a Cuneo

Credo di essere passata davanti a questo nuovo locale, aperto a Cuneo nel mese di gennaio, almeno 10 volte senza notarlo assolutamente. Quindi i miei ringraziamenti vanno all’articolo di Targato Cuneo che me l’hanno fatto conoscere e cercare. Siamo a inizio di Via Dronero, davanti alla piccola Libreria dell’Acciuga e poco prima del blasonatissimo Bove’s, di cui prima o poi scriverò una recensione. In&Out non è un locale grande : ci sono due piccoli tavolini e, lungo la vetrata, tanti sgabelli ci invitano alla sosta. Il proprietario mi accoglie con gentilezza ed un pizzico di timidezza, credo dovuta alla giovane età. Il menù è stuzzicante e vario e coniuga, con successo, le eccellenze del territorio cuneese con un alimento legato all’immaginario della mia generazione: il bagel. Metà dei protagonisti delle serie TV e dei film americani che ho guardato negli anni mangiavano bagels: mangiava bagels una giovanissima Winona Ryder alle prese con una madre ingombrante come Cher in Sirene, Carrie e le sue amiche, oltre a bere continuamente Cosmopolitan, mangiano frequentementte bagels, molto spesso da asporto, mentre passeggiano su scarpe tacco 12 in mezzo ad una New York sfavillante. Quindi come non sentirsi affascinati nel ritrovare, in centro Cuneo, un locale che riesce a farci sentire protagonisti di una pellicola hollywoodiana? 
Il menù presenta moltissime combinazioni con ingredienti di provenienza da eccellenze del territorio e non trascura sperimentazioni come il pane al carbone vegetale. Tra le proposte, trovo interessante il tris a 11 € che permette di provare tre tipi diversi di bagels. Anche la carta delle birre offre una buona scelta. Il bagel che scelgo arriva servito su elegantissimo piatto di ardesia con tanto di “sbaffo” da alta cucina: nulla è lasciato al caso e tutto è ancora più evidente non appena si dà un morso al panino: ingredienti freschi, ottima combinazione dei sapori e ricercatezza nel trovare abbinamenti particolari. Purtroppo, essendo l’unica cliente presente, non me la sono sentita di fotografare il menù, cosa che generalmente faccio, per poter poi elencare i piatti che, a mio parere sono più interessanti. Sicuramente In&Out a Cuneo strizza l’occhio, anche nella scelta della mise en place, al torinese Sedici 10 bagel dove esiste il menù a 10 € con bagel a scelta e bibita analcolica. Qui a Cuneo, al momento, non è ancora possibile gustare un ottimo panino gourmet ad un prezzo popolare: un bagel costa minimo 10 €, se a quello aggiungete una birra (5€) e una fetta di dolce di tradizione americana (Red velvet o cheese cake) un pasto vi costa 20 € tondi, almeno questo è quanto ho pagato l’11 marzo.
Gli ingredienti sono sicuramente di ottima qualità, il panino gourmet viene presentato con molta ricercatezza ma ritengo il prezzo al di sopra della media, soprattutto se confrontato con proposte simili ed altrettanto ricercate non troppo lontane da Cuneo. Se poi come termine di paragone non vogliamo spingerci sino al Sedici 10 di Torino, ma rimaniamo su una tipologia di cibo simile, spostandoci di pochi metri più avanti lungo Via Dronero, riusciamo a consumare uno street food di qualità eccellente ad un costo inferiore. Consiglio vivamente ai proprietari, se non vogliono far perdere a Cuneo un bel locale come In&Out due possibili strategie: o abbassare il costo del bagel o di introdurre una formula menù simile a quella torinese, che unisce al bagel, una bevanda analcolica e il caffè ad un prezzo non superiore ai 10 €.

Doveroso aggiornamento all'articolo.
Scritto venerdì 28 aprile 2017 alle ore 21.25
Pur rimanendo dell'idea, assolutamente personale e non necessariamente condivisibile da tutti, che il costo di un bagel, nonostante l'ottimo servizio, la cortesia del proprietario e la qualità degli ingredienti, sia al di sopra della media per uno street food, anche se servito al tavolo, trovo doveroso pubblicare le precisazioni che Alessio mi ha inviato. E' così raro ormai, trovare persone in grado di rapportarsi con il prossimo in maniera così pacata e cortese come ha fatto con me il proprietario di In&out, che diventa per me imperativo fornire ai lettori gli elementi che non avevo preso in considerazione paragonando In&out a Sedici 10 di Torino.
Buonasera, Sono Alessio, il proprietario di In&Out di Via Dronero. Le scrivo in quanto ho letto il suo articolo e la cosa mi onora molto e la ringrazio per le belle parole che mi ha dedicato ma vorrei puntualizzare un paio di cose: Ha fatto diversi paragoni tra noi ed il 1610 di Torino, locale in cui sono stato diverse volte ma dal quale non ho copiato nulla anzi ciò che offro io è totalmente diverso, a partire dal servizio al tavolo, servizio che noi diamo e loro no. Io utilizzo, come lei ha scritto nel suo blog, piatti di ardesia e posate in inox, mentre i loro piatti sono di plastica simil-ardesia e posate anch'esse di plastica. Inoltre i clienti hanno la possibilità di usufruire del wc. Passiamo poi ai prezzi che in linea di massima sono gli stessi, anzi loro ne hanno alcuni più cari ma se guardiamo una media del valore degli scontrini i miei sì, sono più alti in quanto io ho birre di un altro livello ed in più il cliente può anche consumare dolce e caffè. Inoltre un mio panino potrà per alcuni essere costoso ma sicuramente non caro per gli ingredienti e la ricerca con i quali viene creato. Ciò che le ho scritto non vuole essere una critica, un offesa o insinuare che il mio locale sia meglio del loro in quanto ho molta stima e ammirazione per i proprietari del 1610. Ho solo voluto farle notare delle piccolezze che fanno la differenza fra noi e loro. Con questo la ringrazio nuovamente di cuore e, se le fa piacere, la invito a tornare di nuovo a trovarci, almeno per dare un'occhiata alle novità in carta.

sabato 1 ottobre 2016

Il Village a Savigliano

Oggi voglio condividere con i miei lettori un piccolo segreto, tale solo per chi come me viene da un’altra città (o regione). Vi parlerò di un piccolo locale che si nasconde sotto i portici che abbracciano una delle piazze più belle che mai vi capiterà di attraversare in Italia: Piazza Santa Rosa a Savigliano.
Alla fine di questa piazza, volgendo le spalle alla statua del prodigioso Santorre, e percorrendo poi Via Alfieri, un piccolo locale vi aspetta. Il suo nome non evoca quello che vi regalerà ma, ve lo assicuro, non vi pentirete di esservi seduti qui e di aver assaggiato uno qualsiasi dei piatti che il Village prepara. Ringrazio il mio datore di lavoro, e i colleghi, per avermi costretta a pranzare qui nella lunga pausa estiva della mensa.
Lo ammetto:  dall’esterno, tra tutti i locali che si trovano nel centro di Savigliano non avrei forse scelto il Village ma una volta provato non l’ho più lasciato. La particolarità di questo locale è quella di variare costantemente il menu: pranzando qui anche per giorni di seguito raramente vi capiterà di sentire Mario, il proprietario, recitarvi lo stesso menu che è ricco di primi dalle combinazioni imprevedibili ma deliziose, secondi fantasiosi, piatti vegetariani e dolci che non potete assolutamente non provare. Per quello che offre alle vostre papille gustative, il prezzo è irrisorio e supera raramente, per un pranzo composto da un piatto abbondante (primo o secondo), acqua, caffè e dolce i 12 €. L'unica e la sola perplessità, riguarda la mancanza di pane al tavolo nel caso in cui scegliate un primo anzichè un secondo, scelta mai compresa ma non ho mai verificato se, in caso di richiesta, il pane venga portato. Mi è capitato di pranzare qui sia durante la settimana che il sabato e se proprio devo trovare una pecca al locale, sono costretta ad avvisarvi che, abbastanza spesso, il servizio è lento e non è raro che, dall'ordine al pranzo, trascorrano anche più di venti minuti.
Il Village Art Caffè, come accennato, si trova a Savigliano, in Via Alfieri 8. E' raggiungibile in pochi minuti a piedi da Piazza del Popolo, dove vi consiglio di parcheggiare l'automobile perchè vicino al locale non troverete facilmente un parcheggio. Se il gruppo è numeroso vi consiglio di prenotare perchè, soprattutto nel periodo estivo e in orario di pausa pranzo, il locale è sovente affollato. In inverno, poi, i tavoli all'esterno sono accessibili sono se sopportate le temperature dell'inverno della Granda, quindi i posti a disposizione diminuiscono ulteriormente. L'atmosfera all'interno del locale è famigliare e l'ambiente interno, forse perchè non particolarmente grande, è a volte rumoroso. La clientela è eterogenea : uomini d'affari, famiglie con bambini, coppie, raramente, almeno in orario di pranzo, compagnie numerose di giovani.


Village Art Cafe



                                                 



venerdì 5 agosto 2016

Bar Gelateria Corso

Decido di concludere i post della settimana con un'altra pasticceria/gelateria di Cuneo : il bar gelateria Corso, in corso Nizza a Cuneo.

Confesso di esserci passata davanti tantissime volte nelle mie peregrinazioni, ma non mi ha mai ispirato troppa fiducia perchè, ormai viziata dalla magnificenza di altri bar dall'aspetto sabaudo, questi tavolini moderni buttati a caso sotto i portici, il dehors moderno e, soprattutto, i congelatori che espongono i dolci, posti lungo tutto il lato esterno del locale, mi trasmettevano disagio e senso di abbandono.

Poi una sera, girando un po' a caso in una Cuneo deserta e con quasi tutti i locali che siamo soliti frequentare chiusi, in un momento di serendipitezza ho scoperto che cosa nella mia vita era mancato sino a quell'attimo in cui mi sono seduta ad un tavolo del Bar Gelateria del Corso e l'ho assaggiato... il fondente in tazza accompagnato da una diplomatica superba.
E' impossibile riuscire a spiegare la sensazione che dà gustare una tazza di questa prelibatezza, quando fuori ci sono temperature artiche (per una ligure), il tutto accompagnato dall'immancabile dolce.

In estate il Corso è diventato uno di quelli che visito più spesso : capita di aver voglia di cenare con un solo gelato e dopo una giornata di lavoro  questo locale ti accoglie, a braccia aperte, con una carta gelati pressoché infinita.
Personalmente, consiglio i gusti nocciola e pistacchio e il tegolino...insuperabile.

mercoledì 3 agosto 2016

Arione a Cuneo

La pasticceria Arione è stata la mia prima scoperta dolciaria nella Granda.
Ricordo ancora il primo viaggio della speranza di oltre sette ore dalla Liguria a Cuneo e, nell'attesa di essere portata a casa perchè anche l'ultimo autobus era partito,  la cioccolata calda e la meringa di Arione.

L'innamoramento subitaneo per le gigantesche meringhe di Arione mi aveva spinta ad informarmi meglio sulla storia di questo locale e sul loro sito avevo visionato uno spezzone tratto da I compagni di Monicelli, in cui un giovanissimo Mastroianni si siede ad un tavolo all'interno del bar, mentre Piazza Galimberti ammicca in tutta la sua sabauditudine...

Visionando il filmato, si intuisce che l'interno non è cambiato molto in questo mezzo secolo, il film di Monicelli è del 1963. L'esterno è notevole e richiama alla mente le belle pasticcerie di fine Ottocento che si susseguono nella capitale sabauda.
Il sito conferma che le modanature esterne in radica sono originali degli anni Trenta e i piccoli tavolini rotondo all'interno ci fanno immaginare alcuni padri fondatori seduti, come i cavalieri della Tavola Rotonda, a discutere le sorti della nascente Italia.

Leggevo che ad Arione si deve l'invenzione dei famosi cuneesi al rhum che Hemingway, su consiglio del suo editore Arnaldo Mondadori, donò alla moglie che era in vacanza a Nizza.
Non posso, però parlarvi dei cuneesi perchè non li ho ancora assaggiati ma le meringhe, disponibili in diverse varianti, credo potranno conquistare anche il più scettico.
L'equilibrio tra la panna e l'aroma che sceglierete è semplicemente perfetta...la meringa si scioglie in bocca ed le dimensioni sono davvero oltre gli standard classici...



lunedì 1 agosto 2016

Antica Pasticceria Caffetteria Daniele Nadia Cucchetti a Dronero

Chi mi conosce lo sa: mi piace mangiare, adoro i dolci e la pasta, ma non disdegno un pranzo ricco e saporito. Pare strano anche a me che non abbia ancora dedicato un po' del mio tempo a recensire qualche ristorante o pasticceria della Granda; in questi quattro anni ho mangiato in molti posti, in molti dei quali sono tornata più volte perchè hanno fatto innamorare le mie papille gustative.
Non ne ho scritto perchè non pensavo avrei mai vissuto qui e l'idea di aprire una sorta di diario di viaggio, sperando che potesse essere utile a qualche viaggiatore, non mi aveva mai sfiorata.  
Dovendo cominciare, decido di partire dalla mia passione : le pasticcerie.
Per me il rito della colazione è sacro: posso saltare il pranzo, mettere insieme una rapida insalata per la cena ma la colazione non la salto mai. Mi piace svegliarmi e mangiare i cereali della Forneria Artigiana Cavanna, di cui credo parlerò presto, ma se sono di fretta, se non è passata la mezz'ora canonica dall'assunzione del malefico Eutirox e mi ritrovo a dover fare colazione in giro ho identificato, sul territorio, una serie di caffè e pasticcerie in cui vi consiglio di passare.
Parto dalla prima che mi ha fatta innamorare: la pasticceria che si trova sotto i portici di Dronero, in Via Giolitti 41.
Crostatina alle mele
Avevo letto nella pagina che i titolari hanno dedicato alla pasticceria, che il locale aveva ospitato, a fine Ottocento, Giuseppe Galetti pasticcere e sindaco di Dronero a cui viene attribuita la paternità dei Droneresi al rhum.
Scopo di Daniele e Nadia, si legge sempre nella pagina citata, è quello di far tornare il locale ai vecchi fasti.
Mi ero fermata nella loro pasticceria dietro consiglio di un amico ed ammaliata dal canto delle meringhe alla crema sono entrata e mi sono seduta in uno dei tavolini del locale.
"Chiedi e ti sarà dato" potrebbe essere la chiosa che rappresenta al meglio cosa vi attende quando varcate la soglia della pasticceria. Nella vetrina all'ingresso, distese di paste di diversa foggia e colore, profumo di cacao e cannella, e il sorriso di chi vi accoglie e vi indirizza nella giusta direzione. 
Se sono state appena sfornate, non posso che consigliarvi di assaggiare una meringa con la panna ma, nel caso fossero finite, chiedete consiglio a chi vi ha accolto: sapranno consigliarvi al meglio.

domenica 31 luglio 2016

La bagna cauda

Un ex collega, diceva spesso, alludendo ad alcune dipendenti dell'azienda in cui entrambi lavoravamo e che utilizzavano Excel spesso senza criterio che, se avessero potuto, ci si sarebbero fatte anche il bidet, espressione colorita ma che bene rende l'idea.

Se dovessi scrivere un'equazione direi che i fogli di calcolo di Excel stanno alle mie ex colleghe come la bagna cauda sta ai piemontesi.

Per tutti quelli che non hanno mai avuto il piacere di assaggiarla, dico soltanto che la cucina piemontese, per i miei gusti, è in grado di offrire qualcosa di meglio di questo intingolo (voglio essere gentile) composto da burro, olio, aglio e acciughe sotto sale.

Nella Granda credo piaccia davvero molto perchè l'ho vista in moltissimi menù e, in alcune pizzerie, anche come ingrediente.

Al ligure che le acciughe preferisce mangiarle fritte, suggerisco di star lontano dalla bagna cauda...ai temerari ne consiglio l'uso moderato e, sicuramente, mai sulla pizza.