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lunedì 4 giugno 2018

Mercato serale nel quartiere San Paolo

Purtroppo non conosco il quartiere che ospiterà il mercato di cui parla il presente articolo, perché Cuneo la giro sempre e solo a piedi e San Paolo si trova nella parte meridionale della città. Si raggiunge seguendo corso Nizza e corso Francia ed attraversando la zona che deve ai castagneti che ne ricoprivano l’aerea il suo toponimo. Non ho neanche mai visitato la chiesa, che si ispira ad una tenda di cui ricordo si aver letto nella guida di Cuneo. Un paio di giorni fa le amiche del gruppo swap di Cuneo di cui vi ho parlato mi hanno segnalato questa splendida iniziativa ed ho pensato di cercare di saperne qualcosa di più e di segnalarla a mia volta nel blog.
Cuneo è una città bellissima ma ho scoperto che nelle sue pieghe esistono quartieri meno fortunati, periferici, vitali ed attivi che cercano di ricreare ed inventare nuove formule per rendere il luogo splendido. Come cittadina della piccola realtà ligure in cui ho vissuto, ho memoria di quartieri periferici che hanno accolto strutture simili alla Cassa di Quartiere Donatello o che si sono riunite per ritrovare quel senso di apparenza al quartiere che si aveva poco dopo la guerra. Se fossi rimasta a casa, avrei sicuramente aiutato Francesco, Simone e tutti i miei vicini di quartiere nella neonata associazione perché credo che nasca da noi, quotidianamente, il cambiamento, e che anche la persona più piccola possa cambiare il corso del futuro.(cit.) 
Mercoledì 6 giugno, in piazza Biancani, nel quartiere San Paolo di Cuneo verrà inaugurato un mercato contadino serale che si svolgerà ogni mercoledì sera, dalle 17 alle 21 in estate e dalle 16 alle 20 in inverno. Leggendo l'intervista ad Andrea Sessa pubblicata su Targato Cn appare evidente che l’intento del mercato non sarà tanto quello di offrire ai residenti la possibilità di acquistare prodotti direttamente dai produttori, quanto quella di creare momenti di condivisione e socializzazione.  Nella relazione descrittiva presente sul portale del quartiere, si afferma che l’iniziativa sarà sperimentale. Passato il primo anno tutti i soggetti coinvolti valuteranno se proseguire o meno con il mercato serale. Il progetto è oltremodo ambizioso perché coniuga in sé diverse aspettative legate alla comunicazione e condivisione di ideali e di visioni cooperative. Apparentemente legato allo scambio di merci, permetterà di condividere non solo spazi ma anche e soprattutto idee e permetterà di  trasmettere e trasferire informazioni. Sono previsti infatti convegni, laboratori o sessioni formative anche con le scuole. E’ contemplata la possibilità di instaurare collaborazioni con editori che promuovono libri sul tema dell'agricoltura naturale e dell'alimentazione consapevole e scorrendo il cronoprogramma presente nel documento che ho linkato sopra e che vi invito a leggere si comprende come, grazie al mercato, tutta la zona potrà fiorire e vivere autonomamente.

Crediti sulle immagini.La locandina dell'evento è di Giulia Toscano ed è stata copiata da qui


venerdì 9 marzo 2018

Orologeria Romana in Via Peveragno

Dopo più di un anno nella Granda, ho scoperto che vivo ancora con disagio la mancanza di familiarità con l'ambiente che mi ospita. Nata e cresciuta nello stesso paese ligure in cui sapevo esattamente chi contattare se mi si rompeva un elettrodomestico, a quale banco del mercato rivolgermi per comprare anche l'oggetto più inutile, ho constatato più volte che alcune volte qui mi sento ancora persa. 
È capitato a Natale quando volevo regalare un grembiule ricamato ma non riuscivo a ricordare dove avessi visto il negozio, mentre continuava ad affacciarsi alla memoria l'immagine della ricamatrice nel caruggio della mia città, è capitato quando dovevo fare il duplicato di una chiave e di nuovo recentemente quanto mi si sono rotti contemporaneamente due orologi. Ricordavo di aver visto un'insegna "orologiaio" nelle mie peregrinazioni ma nella mia mente l'immagine non riusciva a localizzarsi spazialmente, quindi ho interrogato Google, delle cui recensioni ho abbastanza fiducia ed ho scelto tra le botteghe segnalate quella che sembrava essere più adatta a me. I miei passi mi hanno portata in via Peveragno, principale via di accesso al centro di Cuneo sin dal medioevo, dove si trova la bottega di Valerio Romana. Come per i gioiellieri, anche qui si suona per entrare e ci si ritrova in una bella bottega, con ampie e luminose vetrinette che espongono pendole ed orologi. 
La prima volta ci arrivo di sera, convinta di aver preso tutti gli orologi, invece mi ritrovo in borsa solo lo smartwatch Pebble 2, acquistato con kickstarter, su cui è caduto rovinosamente Mr. G. L'orologio ha il vetro completamente incrinato e non funziona più. Mentre attendo il mio turno, rovisto incessantemente nella borsa fino ad accorgermi dell'assenza dei miei due orologi. La prima informazione che vi trasmetto è che l'orologeria Romana ripara solo movimenti meccanici siano essi automatici o a carica manuale, quindi sono esclusi tutti gli orologi di altra natura.
La mattina successiva, sabato, torno finalmente con i miei due orologi: un Breil che possiedo da quando avevo 16 anni a cui si è rotto, dopo un anno dall'ultima riparazione, il cinturino e un orologio simil steampunk acquistato in una fiera che mi piace molto, anche se non è di marca. L'orologiaio guarda gli orologi, mi propone il pomeriggio come data di consegna di entrambi e, vista la mia impossibilità, mi suggerisce di tornare dopo due ore.
Non mi dispiace passeggiare sotto i portici di Cuneo, scoprire nuovi angoli, mentre aspetto gli orologi. Non sono puntualissima, faccio passare 2 ore e mezzo quasi prima di tornare in via Peveragno. Gli orologi sono pronti, già nel sacchetto. La spesa totale è di solo 6 €.
Dopo la mia esperienza, nel caso aveste bisogno di un orologiaio, non posso che consigliarvi Valerio Romana per la precisione, la rapidità e l'onestà. Visto che nel frattempo si è rotta anche una piccola collana che indosso sempre, e che devo far rodiare un anello, penso che presto proverò anche i servizi di gioielleria per confrontarli con quelli liguri.
Mentre stavo finendo l'articolo, alla ricerca di immagini da inserire, mi sono accorta che la bottega di Valerio Romana ha un sito molto accurato in cui viene raccontata la storia dell'orologeria, mentre sulla pagina FB vengono spesso pubblicate fotografie di riparazioni e sistemazioni di orologi. Per completezza di informazione, e perchè l'ho scoperto leggendo il sito, vi segnalo che l'orologeria Romana ha due sedi a Cuneo. La prima in Via Peveragno 15, la seconda in Via Roma 37.
L'orologeria in Via Peveragno è aperta dal martedì al sabato dalle ore 9.00 alle ore 12.30 e dalle ore 15.00 alle 19.30.

[Note. Ho utilizzato spesso il termine bottega anziché negozio perchè trovo che più rappresenti la tradizione e l'artigianalità, in cui spesso risiede l'eccellenza.]

Crediti sulle immagini.
Tutte le immagini sono tratte dal sito: http://orologeriaromana.it/






venerdì 23 febbraio 2018

Agrispesa


Prima di tutto mi scuso per l’assenza dal blog ma quest’anno questa influenza mi indebolita tantissimo. Al momento sono alla prima ricaduta e mi sono sentita molto peggio che durante il primo episodio influenzale. Teoricamente sarei in fase di ripresa ma visto come mi sento, dopo quasi 10 giorni di malattia, non confido di riuscire ad essere costante con le uscite anche se cercherò di programmare qualche articolo anche in previsione di tutti gli appuntamenti previsti per l’8 marzo.
Terminato il preambolo, inutile ma doveroso, oggi voglio parlarvi di Agrispesa che mi permette tutte le settimane (o quasi) di avere sulla mia tavola prodotti freschi, genuini e molto spesso per me sconosciuti e che mai avrei acquistato. Anche se i mercati locali sono molto diffusi e permettono di acquistare frutta, verdura, formaggi e spesso anche carni e pesce direttamente dal produttore, abbiamo deciso di provare ad iscriverci al servizio offerto e decidere poi se usufruirne o no in maniera continuativa. Le aspettative non sono rimaste deluse perchè la merce è di ottima qualità, abbondante ed offre un’eccellente varietà stagionale. Prima di ricevere il pacco di Agrispesa non avevo mai visto (e alcune volte neanche sentito parlare) di alcune verdure che poi ho imparato a conoscere ed apprezzare. Per la prima volta da quando sono qui, finalmente ho potuto di nuovo preparare il pesto con il cavolo nero, che il bravissimo verduraio del paesello in cui vivo non riusciva a procurarmi, ho assaggiato il cavolo arancione e le patate rosse e in quest’ultimo pacco mi sono ritrovata il truset e il papavero selvatico. Fortunatamente i prodotti di Agrispesa, che arrivano ben confezionati in scatole di cartone suddivise in comodi scomparti, sono sempre accompagnati dal Foglio spesa in cui vengono suggerite molte ricette da realizzare con ingredienti contenuti nella scatola che si è appena aperta. Interessanti sono le notizie dai produttori e le informazioni sui prodotti che abbiamo ricevuto. 
Confezionamento formaggi
Agrispesa offre diverse tipologie di abbonamento, che è estremamente personalizzabile, non solo per la qualità e quantità dei prodotti ma anche per la periodicità. Più di un anno fa, quando è iniziato il nostro rapporto con Agrispesa, avevamo scientemente preferito lasciar selezionare a loro i prodotti principalmente perchè nessuno di noi soffre di particolari intolleranze e perchè ci piaceva l’idea di poter scoprire nuovi sapori ed odori. Abbiamo preferito iniziare con quello che il sito definisce “Facciamo noi media” e che contiene 4 uova, dai 4 ai 5 kg di verdura, 3 kg di frutta, circa 1 g di carne e 400 gr di formaggi o salumi. In pochissimo tempo ci siamo accorti che per due persone come noi che raramente sono contemporaneamente a casa a pranzo più di tre giorni a settimana quel pacco settimanale era troppo e rischiavamo di congelare o peggio buttare molte cose. Da più di un anno riceviamo quindi il pacco più piccolo, che consumiamo nell’arco di circa 15 giorni, periodicità del nostro abbonamento. La cosa bella di Agrispesa è che si può decidere quanto spesso ricevere il pacco, si può cambiare l’indirizzo, si può sospendere la spedizione se si parte per un viaggio. Intuisco la domanda...e i costi? I costi del singolo prodotto sono indubbiamente più alti rispetto a quelli dei supermercati o dei piccoli mercati locali ma al costo dei prodotti va aggiunto il servizio offerto e le spese di trasporto. Forse, anche in considerazione del fatto che la filiera di distribuzione di Agrispesa è più corta rispetto a quella del verduraio sotto casa, i prezzi potrebbero essere leggermente inferiori MA continuiamo ad acquistare da loro perchè i servizi offerti, la comodità del ricevere la merce direttamente a casa (o sul posto di lavoro) e la qualità dei prodotti freschi e locali ci soddisfano e giustificano il prezzo leggermente superiore.
In alcune città (tra cui la mia Zena), sono già un paio di anni che Agrispesa effettua le consegne in bicicletta, fedele a quella che è la missione di questa associazione di agricoltori nata a Magliano Alfieri con 10 aziende che condividevano un’idea: quella di portare sulla tavola delle persone cibi prodotti con cura ed attenzione. Agrispesa nacque soltanto nel 2003 dopo la visita a Cornale di alcuni agricoltori giapponesi delle associazioni Radish Boya e Daichi wo Mamoru Kai. Vi invito a leggere la storia sul portale perchè è davvero interessante.
In questo articolo non ho inserito volontariamente i costi perchè variano a seconda della tipologia di abbonamento che desiderate provare (esiste anche il pacco vegetariano senza carne) e sono ben indicati sul sito.
Per gli amici liguri...Agrispesa consegna anche a Genova e a Chiavari!


venerdì 5 gennaio 2018

La Panetteria Guido Basso a Cuneo

“Vi è mai capitato di percorrere le deserte vie di un borgo alle prime luci dell’alba? Se sì sicuramente siete stati attratti da un inconfondibile profumo che sa di vita. Indica che c’è qualcuno che con il proprio lavoro sta pensando alla comunità; ci segnala che quelle case del borgo hanno una storia e soprattutto un futuro”.
Questo l’inizio dell’introduzione, scritta da Piero Rigucci, presidente dell’Associazione Panificatori Cuneo, ad uno dei libri citati a fine articolo (Panatè). 
Una delle prime cose che ho notato da immigrata ligure, sulla cui tavola natia non mancava mai una bella “sleppa” di focaccia o una pagnotta “marinara”, è stata l’impossibilità di trovare una buona qualità di pane, che durasse nei giorni, fosse gustoso e avesse caratteristiche legate alla provincia che mi ospita. L’immagine della Granda che ho maturato nei quattro anni di pendolarismo era il riflesso di un forte radicamento con il territorio, ai grandi spazi che circondano la città ed ogni centro abitato, all'operosità dei cuneesi che dall'alba al tramonto, curano e coltivano i campi, allevano bestiame, mentre il mondo intorno sembra accelerare a dismisura, sostituendo il concreto con l’astratto. Sarà perché la realtà in cui ho vissuto sino a due anni fa è così diversa, complice anche una conformazione del terreno che ha costretto i miei antenati a costruire terrazzamenti per strappare pochi ettari alla collina, ammetto di continuare ad osservare con stupore tutto questo lavorio nei campi anche se so che il cuneese continua ad essere anche in questo secolo il granaio del Piemonte.
A causa di quanto avevo osservato (ed osservo quotidianamente) mi aspettavo che il pane fosse buono ovunque, saporito, fragrante, particolare. Dopo quasi due anni da cittadina della Granda ammetto di non aver ancora trovato, almeno sotto casa, il panificio del mio cuore ma di essermi imbattuta molto spesso in pane stoppaccioso che si indurisce dopo un giorno e che può essere riutilizzato solo trasformandolo in pan grattato o panzanella. Questo mi dispiace perché sono sempre stata una grande consumatrice di pane perché il suo odore, la sua consistenza, il suo sapore mi fanno stare bene, mi rendono felice. Forse perché appartengo alla generazione che faceva merenda con una fetta di pane con un cucchiaino d’olio, ma non c’è niente di più buono del pane…quando è buono però. 
La scoperta dei due testi di cui vi parlo in questo articolo mi ha portata alla scoperta di forni (e mulini) nel cuneese che utilizzano ancora forni a legna. Ci tengo a sottolineare che non voglio denigrare l’operato degli altri panificatori della Granda ma questi forni hanno qualcosa di speciale e di magico e in quest’epoca di massificazione e globalizzazione trovo che recuperare l’unicità e la particolarità sia un enorme valore e vada rispettato e salvaguardato. Conoscevo già il forno a legna dei Tetti di Dronero, addirittura portavo spesso a casa in Liguria intere pagnotte per farlo assaggiare…così come dalla Liguria continuo a portare la focaccia ai colleghi, perché è bello scoprire nuovi sapori ed odori, perché anche i sapori parlano del territorio e della vita quotidiana. Ma il blog si chiama Io amo Cuneo ed anche se i lettori sanno che mi piace spaziare anche su altre realtà della Granda, in questo articolo parlerò soltanto di uno dei forni di questa città. 
In Via Santa Maria, nel centro di Cuneo, si trova uno dei forni più antichi della città, l’unico con il forno a legna costruito a fine Ottocento: la Panetteria che è appartenuta sino a poco tempo fa alla famiglia Basso. Il panificio è aperto dal lunedì al sabato dalle 7.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.30. I giorni di chiusura sono la domenica e il giovedì pomeriggio. Accanto alla produzione di töponin, navet, todeschin biscottate, rubatà e grissini, quasi ogni giorno della settimana è dedicato alla produzione speciale: lunedì integrale di grano, martedì farro, avena, segale, mercoledì amarabnt, giovedì camut, venerdì 5 cereali e orzo. Dovete dimenticare l’auto se volete raggiungere la panetteria. Non parcheggiate l’auto vicino, magari sul Lungostura ma godetevi una bella passeggiata nella splendida via Roma. Poi, appena passato il Comune, svoltate a sinistra e respirate. L’odore del pane appena fatto, soprattutto al mattino, arriva sino all'incrocio con questa piccola via sovrastata dalla tettoia voluta dal consiglio comunale nel 1844 al fine di garantire la continuità del passaggio coperto sino alla piazza delle uve, ora piazza Virginio. L’interno del panificio con le travi di legno a vista, mi ha scaraventata in un film di Fellini, all'Italia che era, quell'Italia di cui ho poca memoria perché ero piccola, ma mi riempie la mente di suggestioni: immagini, parole, suoni rumori di un passato che è ancora presente. Confesso di aver sperato di trovare qui una focaccia simile a quella ligure, ma anche se la qualità è sicuramente migliore di quella degli altri panifici provati sino ad ora, è bel lontana dagli standard a cui ero abituata. Il pane, invece, lo trovo buonissimo: morbido, soffice, profumato, com'era il pane appena sfornato di quando ero bambina.

"Terra, acqua, aria, fuoco: i quattro elementi primordiali si incontrano nel cibo primordiale della storia umana: il pane. Un poema, possiamo dire, cui hanno messo mano cielo e terra". (Cesare Marchi) 

 Bibliografia minima: 
Foco, Giovanna, Panaté : guida ai forni a legna nella provincia di Cuneo : non di solo pane. - Dronero : I Libri della Bussola, stampa 2008.
Restifo, Adriano, Forni a legna e mulini a pietra nel cuneese : un viaggio nel tempo ed un bene da difendere. - [S.l. : s.n.], stampa 2011 (Cuneo : EDIFY)


[Crediti sulle immagini. Le immagini del’interno della Panetteria Guido Basso sono tratte dal volume Panatè]



venerdì 15 dicembre 2017

La bottega di Anita


A Savigliano, piccola città dalle mille attrattive quasi al centro della Granda, opera e lavora Anita, una ragazza solare e positiva che crea oggetti unici e meravigliosi.La vetrina del suo laboratorio artigianale non si trova in un negozio fisico ma occupa una stanza della sua casa e due spazi virtuali: un bel sito e l’immancabile pagina FB. Penso di essermi imbattuta per la prima volta nella sua pagina con una ricerca classica su google. Probabilmente una delle parole chiave digitate era stata “triskel” perché i primi ricordi che ho dei suoi oggetti è legato ad un bellissimo sottopentola/quadro tondo interamente inciso nel legno con il simbolo del triskele che pochi mesi più tardi ho ricevuto in dono dai colleghi e che avevo visto nella vetrina dei suoi oggetti su FB poco prima. Alcune volte penso che il caso non esista perché la mia strada si sarebbe comunque incontrata con Anita quando una persona che frequento quotidianamente mi ha mostrato un portachiavi in legno a forma di conchiglia simbolo del cammino di Santiago di Compostela, inciso da Anita. Sì perché questa giovane artigiana non solo produce e crea oggetti legati al suo vissuto ma da un’emozione, un pensiero, un’idea altrui è in grado di ricavare pezzi unici e speciali che sembrano contenere anche il sentimento e l’amore di chi li ha donati. Per quanto mi riguarda, due Natali fa, le avevo chiesto di realizzare un quadretto di benvenuto che riportava la scritta incisa sulla porta di Durin: “Dite amici ed entrate”. Non solo Anita da quell'idea e dalle indicazioni sommarie che le ho dato ha realizzato un pezzo unico ma lo ha fatto con passione ed amore, l’amore con il quale infonde i bellissimi gioielli della linea Ho'oponopono. Onestamente non ne avevo mai sentito parlare e sono semplicemente rimasta abbagliata dalla foggia degli anelli e delle collane che avevo visto esposte nella sua bottega. Anita non ha lesinato le spiegazioni e mi sono sentita infondere da energie positive, perché anche questo è questa ragazza, un’onda di bontà che si riflette in quello che dice e in quello che fa. I suoi oggetti per questo sono speciali, non sono delle semplici suppellettili, ma hanno un significato, un’anima. Nella sua bottega potete trovare cornici, taglieri, sotto-pentole, vasi, orecchini, bracciali,ciondoli, pannelli decorativi, portafoto, scatole, bauletti, orologi da parete, portagioie e spazzole in buona sostanza tutti oggetti in legno su cui sia possibile effettuare incisioni ed intagli. Essendo un’attività artigianale svolta nel tempo libero, nel caso vi avessi incuriosito con questo piccolo articolo e foste rimasti affascinati dagli oggetti che compaiono sul sito o sulla pagina FB, vi invito ad avvicinarvi alla bottega con lo stesso spirito di ammirazione e rispetto che provavano i fiorentini entrando nella fucina di idee del Verrocchio perché questo è il suo angolo. I prezzi degli oggetti, unici perché artigianali, è più che onesto e se avete in mente qualcosa che ancora non esiste la giovane saviglianese sarà sicuramente in grado di produrlo perché quello che è nel vostro cuore diventa reale e tangibile sotto le sue abili mani.  

[Crediti sulle immagini: tutte le immagini presenti nel collage sono state ricavate dalla pagina Facebook indicata sopra]


venerdì 8 dicembre 2017

Prepariamoci al Natale

Questo articolo sarà molto diverso da quelli a ci siete abituati perché saranno presenti moltissime fotografie. L’idea mi è venuta durante Scrittori in Città quando, in pieno centro Cuneo, mi sono imbattuta in un temporary store interamente dedicato al Natale. Oggi è l’ 8 dicembre, la data in cui secondo tradizione, prepariamo l’albero di Natale o il presepe nelle nostre case, forse Milano e Bari anticipano di un paio di giorni per ricordare i santi patroni delle città (Sant'Ambrogio e San Nicola) e cade di venerdì, giorno deputato all'uscita di nuovi articoli, quindi quale migliore occasione che scrivere del Natale?!?
Nonostante io sia la parente più prossima del Grinch, da un paio di anni a questa parte, ho maturato un’insana passione per gli addobbi natalizi e anche sul lavoro dall’8 dicembre in poi cominciano a comparire piccoli alberelli, lucine e, alcuni anni, anche cappellini natalizi. Ricordo un paio di anni fa quando il budget non permetteva di fare acquisti, ci si era dedicati al riciclo creativo creando delle ghirlande ed addobbi molto carini. Se si hanno a disposizioni pochi euro e si vogliono disseminare addobbi qua e là per casa, il negozio temporaneo che ha aperto in Piazza Galimberti, al n. 10 fa al caso vostro. Mai viste palline di così tanti colori e fogge, addobbi anche a poco prezzo ma di effetto. Il negozio è abbastanza caotico e suppongo che durante il mese di dicembre lo sarà ancora di più perché su tutta la merce esposta sono attaccati dei cartellini (che io chiamo specchietti per le allodole) che ammiccano allo sconto applicato. In realtà dopo aver acquistato (perché ovviamente qualcosa ho acquistato) dallo scontrino emesso ho capito che il negozio temporaneo altri non è che Maison et Cadeaux, ospitato a Cuneo all’interno del Big Store.
Nella vetrina del negozio Fantasie d’Oriente, sempre a Cuneo, in Via Amedeo Secondo 9, ho sbirciato invece dei piccoli presepi di terracotta, di cui vi lascio una fotografia, economici ma molto particolari che mai avevo visto se non nel negozio di cui vi parlo dopo.
Di ben altra levatura è il piccolo negozio in contrada Mondovì che sembra uscito da un libro di fiabe: Le petit chateu de Papa Noel. pagina FB  che il sito ma merita una visita perché la merce esposta è davvero di qualità superiore ed unica e perché la bottega è davvero molto accogliente. Nelle mattine dei giorni 16,17 e 23 dicembre 2017, dalle ore 10 alle 13.00, inoltre, Babbo Natale aspetterà tutti i bimbi nel suo "Piccolo castello", per la consegna delle letterine e per una foto ricordo con lui...
Già entrare in contrada Mondovì dopo la nevicata di sabato 2 ci farà immergere in un’atmosfera natalizia che difficilmente troveremo in qualsiasi mercatino della provincia. Indipendentemente dalla neve, contrada Mondovì è uno dei luoghi più magici di Cuneo e mi accorgo di non averle mai dedicato un bell’articolo, anche se è stato uno degli angoli della città di cui mi sono innamorata immediatamente. Ricordo benissimo quando, dopo i provvidenziali passaggi di Blabla venivo lasciata al parcheggio sottostante, percorrevo la piccola salita e, in attesa dell’autobus o del marito che mi venisse a recuperare, entravo in contrada per respirarne l’aria. La piccola bottega di cui vi parlo è proprio all’inizio della contrada, accedendo dal Lungogesso, davanti alla Chiesa di San Sebastiano. Del petit chateux, marchio registrato di Castelmar, esiste sia la 



[Crediti sulle immagini. Tutte le fotografie sono state scattate da me, tranne quella di Babbo Natale che arriva da qui]

venerdì 10 novembre 2017

Bio e Vegan: la bioprofumeria di Cuneo

Era il lontano 2003 ed una allora giovane donna ligure frequentava un forum su Altervista in cui una delle amministratrici parlava molto di ecobio, parola all’epoca poco conosciuta e raramente associata alla cosmetica. Ricordo con nostalgia un bellissimo incontro a Roma, a casa di una delle amiche incontrate prima di quel momento solo virtualmente su quello spazio. Il viaggio sul treno con i 4 kg di focaccia ligure, le risate, gli abbracci e i racconti di Barbara Righini, una delle pioniere dell’ecobio in Italia. Quelle due giornate a Roma, l’incontro con Barbara e con tutte le splendide donne che frequentavano il forum Amiche ha cambiato il mio modo di vedere e vivere la cosmetica, facendomi ripensare ai mille gesti quotidiani che compiamo inconsapevolmente e che danneggiano la nostra pelle e il nostro pianeta. 
Sai cosa ti spalmi, nato nel 2006, è stato il primo sito di commercio ecobio su abbia fatto acquisti e da allora l’Italia è cambiata, lentamente ma inesorabilmente. Sono fioriti ovunque negozi virtuali prima, fisici poi che sposavano, più o meno coscientemente, la causa. Adesso anche il consumatore meno attento sa cosa sia l’INCI, magari non sa leggerlo benissimo ma parabeni e siliconi sono diventati spesso sinonimo di male assoluto, se associati ad un prodotto cosmetico. Non è questa la sede per disquisire a lungo sull’argomento, perché scopo di questo blog è quello di far conoscere Cuneo e la sua realtà, ma questa premessa mi sembrava doverosa.
Ho cominciato a fare la pendolare dalla Liguria nel 2011, una vita fa. L’amore per Cuneo e per le ricchezze del suo territorio è nato quasi subito: impossibile non rimanere affascinati dai panorami mozzafiato, dalla bellezza della città, dall’unicità dei sapori, così diversi da quelli a cui ero abituata. Perdendomi tra le vie di Cuneo mi ero stupita di non aver trovato un negozio eco-bio. Nel centro ci sono bellissime erboristerie storiche ma un negozio eco bio sposa (o dovrebbe sposare) criteri di scelta dei prodotti diversi e cercare, nei limiti del possibile, di selezionare i prodotti non solo in base ad ottiche di mercato. Quando, nel luglio del 2015, inaugura Bio e Vegan shop, in Via Stoppani, aspetto di avere almeno una mattina libera per poterla andare a visitare. Arriva l’autunno di quell’anno e raggiungo a piedi il negozio, che è piccolo e un po’ defilato: per chi non lo sapesse Via Stoppani è una laterale di Via Nizza, non lontana da Piazza Europa. La proprietaria, Margherita, mi accoglie con un bel sorriso e mi lascia sbirciare tra gli scaffali senza assillarmi ma, al momento dell’acquisto, è prodiga di consigli e, donandomi molti campioncini, mi permette di provare altri prodotti e così mi conquista. Dal lontano 2015 il negozio è cresciuto: accanto alla cosmetica ecobio, uno spazio è stato dedicato alla vendita dei detersivi alla spina 100% biodegradabili, e a prodotti per l’igiene del proprio peloso della linea Bio Love Pet. Personalmente adoro le tinte per capelli Natur Erbe Professione Capelli: esistono moltissime varianti di colore e mi permettono di coprire i capelli bianchi senza soffrire. Le tinte chimiche mi provocano bruciore sul cuoio capelluto, con questi prodotti non ho nessun tipo di disagio e la copertura è paragonabile a quella delle tinte chimiche, anche se la durata dipende dal momento in cui effettuo il colore. Ho notato che su capello molto sporco la durata è minore e non supera i dieci giorni. A volte, invece, la colorazione resiste anche per 3 settimane. Purtroppo i tempi di posa troppo lunghi dell’hennè, che ho utilizzato davvero per tantissimi anni, non si accordano più con i ritmi della mia vita attuale e queste tinte mi sono sembrate un buon compromesso.
Bio e Vegan è un negozio essenziale: arredamento semplice e lineare, marchi e novità ben esposte, personale preparato e molto gentile. Non troverete mobili d’epoca e pout pourri sparsi, decorazioni shabby chic e merletti ma un negozio piccolo e semplice con tutta la merce esposta, su ogni prodotto è indicato il prezzo che è allineato con i valori di mercato.
Non so come faccia, ma le novità arrivano da Bio e Vegan nello stesso momento in cui le troviamo sui siti di e-commerce. Quindi se volete andare a sbirciare le novità Neve o quelle Purobio le troverete sicuramente. Vi lascio l’elenco dei marchi che trovate da Bio e Vegan nella miniatura qui accanto, che probabilmente non è esaustiva perchè sono sicura di aver visto anche altri prodotti. Aggiungo per dovere di cronaca che l’ultima volta che sono andata (primi di ottobre) c’era la fine serie di Colour Caramel con il 30% di sconto.
Se volete seguire le novità in arrivo, vi consiglio si cercare la pagina FB del negozio in cui Margherita pubblica puntualmente tutte le novità che arrivano nel negozio. Il sito Internet, anche se presente, non è molto bello esteticamente e sarebbe da migliorare, arricchendolo con fotografie ad alta risoluzione, breve storia del negozio ed aggiornamenti, in tempo reale sulle novità in arrivo, le fine serie e le iniziative e gli incontri. Saltuariamente e, con meno frequenza, alcune fotografie vengono pubblicate anche su Instagram.
Il negozio è aperto dal martedì al sabato dalle ore 9,00 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,30 e il lunedì pomeriggio dalle 15,30 alle 19,30. Fino alla scorso anno sono state organizzate, in collaborazione con il centro benessere Equilibrium di Cuneo delle giornate in cui era possibile imparare a valorizzare il proprio viso utilizzando i prodotti venduti nel negozio Bio e Vegan. Grazie all'aiuto di una professionista, veniva studiata la forma del viso della cliente e suggerito il trucco per far risaltare i punti di forza. 

giovedì 28 luglio 2016

Lo Coco

Dopo un mese di Granda e, lo confesso, molti meno post di quanto pensavo eccomi a scrivere un breve articolo modaiolo dedicato allo scoperta, fatta grazie ad una collega, di uno spaccio (ma quando ve ne parlerò capirete quanto sia riduttivo chiamarlo così) di tessili per la casa ed abbigliamento che si trova a Genola, ben nascosto dietro dalla Prealpina in Via Monviso.


Parlo di Lo Coco che è un vero e proprio paradiso per le liguri che sentono la nostalgia dei nostri bei banchi del mercato rionale o settimanale in cui passare mattinate a rimescolare merce alla ricerca dell'affare del secolo....
Lo Coco ha tutto disposto ordinatamente, ben diviso per prezzo e per tipologia ed entrando si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un bel mercato orientale ricco di tesori da scoprire...


Dopo aver sbagliato strada una volta, ho anche sbagliato il negozio perchè ce ne sono due, uno accanto all'altro...sono entrata prima in quello che non ha nessun nome ma un reca sull'insegna un generico stockhouse abbigliamento (sempre se ricordo bene, ovvio)...ci sono stata anche quasi 30 minuti, molto perplessa perchè non trovavo i vestiti indiani di cui mi aveva tanto parlato Daniela...

Interno di Lo Coco
Una volta uscita, però, proprio davanti a me lo vedo... Lo Coco...ecco era quello il nome che mi avevano detto....purtroppo a poco meno di 20 minuti dalla chiusura ho dato solo uno sguardo di insieme.....lo ammetto avrei voluto avere almeno un paio d'ore....

Per invogliarvi ad andare, metto una fotografia dell'interno...forse in fotografia non rende, ma l'ambiente è molto ordinato, pulito e GRANDE, davvero GRANDE...ci sono mucchi e mucchi di vestiti tra cui cercare a prezzi davvero molto bassi...un sogno ad occhi aperti.
Lo Coco <esterno>
Ovviamente ho subito cercato il sito e mi sono imbattuta nella pagina FB, che ho notato viene aggiornata abbastanza frequentemente con i nuovi arrivi e le proposte...e dopo averla vista mi sono pentita di non aver cercato le scarpe...

Per non farvi sbagliare strada e darvi indicazioni precise posso dirvi che, provenendo da Savigliano ed avvicinandovi all'area industriale sulla statale 20, superato l'Ovs, lasciato alle vostre spalle sulla sinistra Il Mercatone Uno, arrivate alla rotatoria che vi pone davanti il Bennet e lo store di Scarpe e Scarpe...voi prendete per Cuneo ma rallentate...ecco lì proprio dopo il cartello a destra seguite le indicazioni per il Lupin Bar, prendete Via Monviso, andate dritti e poi girate a sinistra subito dietro la Prealpina...

Non lasciatevi ingannare dallo store davanti, il paradiso è a destra....e la vetrina è quella la cui immagine vi metto sotto...buona caccia...

martedì 26 luglio 2016

Grande la Granda : pagare (quasi) ovunque con il cellulare

Immaginavo distese di grano, campi, montagne...trovo tutto questo, un grande amore per il territorio e, soprattutto, la volontà di accettare il cambiamento e l'evoluzione se questa semplifica la vita.

Affascinata dalla possibilità di evitare di portare con me il cellulare a C'è fermento a Saluzzo, grazie alla promozione attiva collegata all'evento, ho scaricato Satispay.
Se non sapete di cosa stia parlando vi rimando al sito dell'app. che semplifica la vita...


A volte, chi paga grazie a Satispay, ottiene anche dei piccoli sconti...per me la comodità di poter partecipare a determinate iniziative senza paura che, in mezzo alla confusione, venga rubato il portafoglio è impagabile, così come, in caso di uscite di gruppo, è molto più semplice, dopo aver diviso il conto, restituire il denaro a chi ha pagato per tutti.


Molti negozi nella Granda lo accettano come sistema di pagamento. Anche sul mercato settimanale di Dronero, il fruttivendolo espone il logo dell'applicazione ed ne agevola l'uso...

Inutile elencarvi i pregi e la comodità dell'applicazione....molti ne hanno scritto ed è sufficiente una piccola ricerca per trovare molti articoli pubblicati dai quotidiani, senza parlare del portale che vi ho linkato sopra che è davvero molto preciso, semplice ed accurato...mi dispiace solo per chi non ha ancora 18 anni, la maggiore età è uno dei requisiti necessari per scaricare Satispay.