domenica 26 marzo 2017

Cuneo: Museo Casa Galimberti

Sono passata davanti a casa Galimberti innumerevoli volte, da quando frequento Cuneo e la Granda, come pendolare prima, come cittadina poi. Avevo letto di Duccio Galimberti, incuriosita dalla sagome che si affacciano su una delle piazze più maestose e scenografiche che io abbia mai visto. Sinceramente quei fogli inseriti in cartelline trasparenti applicati precariamente sotto la targa del Museo e l’orario di visita stampato su un foglietto bianco applicato con lo scotch trasparente non mi ispiravano troppa fiducia. Devo quindi ringraziare, ancora una volta, il Cegat e la giornata della guida turistica per avermi spronata a scoprire anche questo piccolo tesoro. Il Museo Casa Galimberti è regolarmente aperto al pubblico il sabato, la domenica e giorni festivi ed offre due ingressi, con visita guidata: il primo alle ore 15.30 il secondo alle ore 17.00. Per salvaguardare il materiale contenuto all’interno, i gruppi in visita non possono superare le 10 persone quindi, vi consiglio di prenotare se siete interessati. L’edificio che oggi ospita il Museo fu la casa della famiglia da quando il nonno di Duccio, Bartolomeo, si trasferì da Centallo a Cuneo e vi aprì una tipografia. Attraverso una scala non troppo ampia si accede all’ingresso principale del Museo: quello all’ufficio privato dell’avvocato Tancredi. Precipitiamo di colpo all’inizio del Novecento, mentre pareti ricolme di libri occhieggiano da ogni lato; pochissimo lo spazio libero: ci sono targhe commemorative, fotografie di famiglia, stemmi, ricordi di tre generazioni. Più avanti troviamo lo studio, che sembra essere stato appena abbandonato e mentre proseguiamo nella visita, cominciamo ad intuire il carattere e le passioni, soprattutto politiche, di questa famiglia. Busti di Garibaldi e Mazzini, quadri che ritraggono Cuneo, ma anche paesaggi marini e poi, attraverso un vetro, intravediamo la biblioteca che può essere consultata negli orari presenti sul sito e il cui patrimonio è visibile sull’Opac della Regione Piemonte, Librinlinea.
Tutto quello che si è letto o sentito su Duccio acquista improvvisamente un senso quando si varca la soglia della loro casa: con figure genitoriali di riferimento come Tancredi ed Alice non avrebbe potuto vivere e pensare in altro modo. La casa non ospita solo quadri, ninnoli e fotografie ma testimonia un’epoca storica in cui la patria, l’Italia, la nostra Italia, era un bene prezioso da difendere e proteggere a qualsiasi costo. Alle pareti e sui piedistalli non ci sono fronzoli e busti di eroi di un Paese che non è più, ma ideali validi ancora oggi. Personalmente ritengo il luogo estremamente affascinante. Probabilmente ci tornerò, in orario di visita canonico con qualche amico ligure, ansioso di immergersi nell’atmosfera risorgimentale. Questa città è come una matrioska, ogni bambola ne nasconde mille altre e perde valore se non la si apre e scopre in interezza. Sia durante la visita di sabato 4 marzo, sia durante la visita a casa Galimberti, tra i partecipanti ho sentito tanto (giustificato) orgoglio di appartenere a Cuneo. Ed è grazie all’ultimo discendente di casa Galimberti che oggi è possibile visitare, gratuitamente, il Museo. Fu Carlo Enrico nel suo testamento a lasciare alla città di Cuneo la sua proprietà, vincolando il lascito con una finalità non lontana dai benefici di cui i due fratelli godettero durante la loro vita: l’istruzione. La lungimiranza dell’ultimo Galimberti ha permesso a Cuneo di non disperdere l’immenso patrimonio, non solo artistico, ma soprattutto documentario della famiglia. Il Comune ha ottemperato al vincolo curando il riordino dei libri, inventariando i quadri e le opere artistiche ma soprattutto aprendo il museo all’istruzione della popolazione, così come voleva Carlo Enrico.


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