mercoledì 8 marzo 2017

Bettina e le altre: Cuneo e le sue donne

Tenterò, in questo breve post, di fare un piccolo sunto della bellissima visita guidata, a cui ho avuto la fortuna di partecipare sabato 4 marzo. All'interno del ricchissimo programma per festeggiare la festa della donna, il secondo appuntamento, in ordine cronologico, era dedicato alle visite guidate nel centro storico di Cuneo; titolo dell’iniziativa Donne alla scoperta della città. La giornata non era delle più belle: temperature tornate nella media stagionale, nevischio sulla città. Sono titubante pensando che forse l’appuntamento sarebbe stato rinviato per il maltempo ma mi preparo e mi avvio verso il Tribunale, punto di incontro dell’appuntamento. Mi stupisco di trovare già un considerevole numero di persone ad attendere l’inizio della visita, mentre in Piazza Galimberti il nevischio si è trasformato rapidamente in fiocchi di neve che, pur non riuscendo a fare presa sul terreno, vorticano nell’aria grigia sopra di noi. I visitatori vengono divisi in due gruppi e partiamo. Dopo una breve introduzione ci viene presentata la prima figura femminile che già avevo incontrato durante le visite del 19 marzo: Alice Schanzer, moglie di Tancredi Galimberti e madre di Carlo e Enrico e Duccio Galimberti. Nell’ascoltare la storia di questa donna, vissuta a inizio novecento, che tutte le sere trasferiva sui suoi diari note sulla giornata appena trascorsa, seguendo un’abitudine trasmessale dalla madre sin dalla fanciullezza, penso a cosa rimarrà di noi, donne del 21. secolo che corrono affannate tra impegni di lavoro e familiari, conciliando orari ed umori. Alice, scrivendo tutte le sere non solo sui figli e sulla loro educazione ma anche delle conversazioni col marito, mantenendo rapporti epistolari sia con i famigliari che con letterati ed artisti dell’epoca, riesce a regalarci uno spaccato preciso e puntuale della vita dell’epoca. Il rapporto creato con i figli emerge in tutta la sua forza, poeticità, bellezza ed amore nelle lettere che Raffaella, la nostra guida, ci ha letto durante la visita. Ho apprezzato tantissimo l’impronta data alla visita, con letture tratte da libri o articoli, citazioni e rimandi a opere letterarie a me note od ignote che cercherò sicuramente di recuperare. Nonostante il tempo pessimo, la visita è proseguita sotto ai portici sino alla casa dove ha vissuto i suoi ultimi due anni di vita Carolina Invernizio, la Liala del Novecento, poco stimata dagli intellettuali della sua epoca, ma molto amata ed ammirata dalle lettrici sue contemporanee. Scopro sabato che l’allusione offensiva alla “casalinga di Voghera” trae le sue origini dalla Invernizio, originaria di Voghera, non troppo affettuosamente definita da Gramsci un’onesta gallina della letteratura popolare. Il percorso riprende e dopo una fermata davanti alla Cattedrale di Santa Maria del Bosco, con lettura della leggenda di Cecilia, proseguiamo lungo una Via Roma rischiarata dal sole. Ci fermiamo di fronte a Casa Quaglia e, mi vergogno ad ammettere, di non essermi mai soffermata ad osservare la parte destra della casa. Gli affreschi del cinquecento che ricoprono una parte dell’edificio mostrano anche la Sibilla Tiburtina, una delle profetesse dell’età classica. L’edificio è spettacolare, come tutti quelli che si riescono finalmente ad ammirare nel loro splendore da quando questa zona è stata riqualificata e l’area è stata resa pedonale. La visita prosegue ammirando edifici che contornano l’antica Contrada Maestra e si fermano poco prima del Municipio, in Largo Giovanni Audiffredi. Davanti a noi una targa che ricorda la visita di Garibaldi a Cuneo, per ispezionare i Cacciatori delle Alpi, e per incontrare Angela Aschieri vedova Ramorino, madre dei fratelli Paolo e Giuseppe, entrambi garibaldini. L’incontro avvenne davanti al negozio di alimentari della vedova Ramorino, in Via Roma n. 27. Alla Pasqualina, donna di carattere e forza, viene dedicata una bellissima lettura tratta dal libro “Ricordi d’Infanzia e di Scuola” di Edmondo De Amicis, che vi suggerisco di cercare. Siamo in un angolo di Cuneo che fa innamorare per le sue storie di donne: alla nostra destra corre Via Fratelli Andrea e Mario Vaschetto e la storia di Bettina e le letture tratte dal volume scritto dal nipote, Andrea Vaschetto mi portano a pensare quanto la forza delle donne, in qualsiasi epoca e in qualsiasi contesto storico, sia spesso immensa. Mi perdonino i lettori maschi ma il racconto di questa donna che, in un’epoca in cui i mezzi di trasporto non erano come quelli attuali, sola ed indomita difende la sua famiglia a scapito di stanchezza e disagio mi ha fatta commuovere. Sempre e comunque, in qualsiasi epoca, in qualsiasi momento, le donne riescono a trovare dentro loro stesse tanta forza e tanto coraggio e forse le pagine della storia dovrebbero dedicare loro molto più spazio. Bettina non solo difende il marito, che sarebbe dovuto partire per la Russia, ma sola e con un viaggio rocambolesco, recupera le salme di Andrea e Mario, trucidati a Carrù. Cercherò sicuramente il libro dal quale sono state tratte le letture e lo leggerò con interesse e commozione.
La visita si è conclusa davanti alla targa che ricorda la città dei sette assedi con un episodio divertente, di cui purtroppo non ho annotato la data precisa: vedo soltanto le donne di Cuneo, mostrare le nude terga agli assedianti che, sconsolati nel vederle così procaci, abbandonano la città. Ringrazio di cuore la preparatissima guida per averci fatto conoscere queste donne forti e coraggiose, attraverso le parole di chi le ha conosciute.


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